Aumento record di misure punitive per minorenni in Italia nel 2024

Un'analisi approfondita sull'impennata delle misure di sicurezza per i minorenni

Un incremento allarmante delle misure punitive

Nei primi nove mesi del 2024, l’Italia ha registrato un’impennata senza precedenti nel numero di provvedimenti di pubblica sicurezza emessi nei confronti dei minorenni. Secondo il dossier “Tutti dentro”, pubblicato dalla rivista lavialibera in collaborazione con l’associazione Antigone, i provvedimenti sono più che raddoppiati, passando da 3 a 819. Questo aumento rappresenta il 20% del totale delle misure punitive adottate nel paese.

Tipologie di provvedimenti e loro impatto

Tra le misure più comuni, spiccano gli avvisi orali del questore, utilizzati come strumenti di prevenzione della violenza giovanile. Questi avvisi costituiscono la metà dei provvedimenti emessi, con un totale di 431. Un altro strumento significativo è il Daspo, originariamente concepito per combattere il tifo violento, la cui applicazione è aumentata dell’800% negli ultimi sette anni. Per quanto riguarda i minorenni, i provvedimenti sono passati da a 3, un incremento che segna un aumento di 70 volte.

Disparità regionali e urbane

Analizzando i dati territoriali, la Lombardia si conferma la regione con il maggior numero di provvedimenti, seguita dalla Campania e dalla Sicilia. Nelle grandi città, Roma e Napoli si contendono il primato, con rispettivamente 85 e 84 provvedimenti. Tuttavia, nei primi nove mesi del 2024, Palermo ha registrato il numero più alto di misure, con 44 provvedimenti, mentre Firenze, Modena, Venezia e Treviso hanno mostrato i maggiori aumenti rispetto all’anno precedente.

Le parole di Luigi Ciotti sulla giustizia minorile

Luigi Ciotti, fondatore di Libera, ha espresso preoccupazione per questa tendenza, affermando che la giustizia minorile sta subendo una retrocessione sia giuridica che culturale. Secondo Ciotti, è fondamentale che gli errori dei giovani, spesso causati da gravi carenze educative, non diventino una condanna permanente. Il decreto Caivano, che affronta la criminalità minorile con un approccio repressivo, è criticato da Ciotti, il quale sostiene che le soluzioni più efficaci siano quelle di natura educativa e sociale.