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Il Tribunale di Roma ha emesso una sentenza di otto mesi (con pena sospesa) per i tre attivisti di Ultima Generazione, Davide Nensi, Alessandro Sulis e Laura Paracini, colpevoli di aver imbrattato la facciata di Palazzo Madama con vernice rosa. La decisione giudiziaria ha anche stabilito un risarcimento di 60mila euro.
Condanna e motivazioni
Davide Nensi, 24 anni, di Treviso, Alessandro Sulis, 24 anni, di Camaiore, e Laura Paracini, 28 anni, di Roma, sono stati riconosciuti colpevoli di danneggiamento aggravato. La richiesta del pubblico ministero di un anno di reclusione è stata sostituita con otto mesi di pena sospesa, a condizione del risarcimento del danno e del ripristino dei luoghi. Invece dei 190 mila euro richiesti, gli attivisti dovranno pagare complessivamente 60mila euro (50mila al Senato e 10mila al Comune di Roma).
Una piccola vittoria
L’avvocato difensore, Cesare Antetomaso, ha sottolineato una piccola vittoria ottenuta durante il processo: il giudice ha concesso sia le attenuanti generiche che le attenuanti per aver agito per particolari motivi di ordine morale e sociale. Questo suggerisce che il gesto compiuto contro Palazzo Madama non è stato considerato un atto vandalico, ma piuttosto un’azione di difesa dei valori condivisi dalla comunità.
Il messaggio degli attivisti
Davide Nensi ha avuto l’opportunità di leggere un documento in cui ha chiarito le motivazioni delle loro azioni. Gli attivisti di Ultima Generazione sostengono di aver compiuto il gesto per attirare l’attenzione sui responsabili della crisi climatica e per esortare il Parlamento e il Senato a adottare misure più efficaci per proteggere l’ambiente. Rifiutano l’etichetta di vandalismo, definendo le loro azioni come atti di disobbedienza civile.