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Un attacco di notevole portata ha colpito diverse infrastrutture digitali italiane, un evento che non si registrava da tempo nel nostro Paese.
Attacco hacker: siti italiani bloccati e rivendicati dal collettivo NoName
Alle 8:20 di questa mattina, il gruppo hacker NoName 057 ha pubblicato un messaggio sul proprio canale Telegram. Nel post apparivano una bandiera italiana, un orso animato e un elenco di siti italiani attualmente inaccessibili. Tra i portali colpiti figurano quelli degli aeroporti di Milano Malpensa e Linate, il sito del Ministero degli Esteri e quello di Federtrasporto.
Va precisato che l’attacco ha interessato esclusivamente le piattaforme accessibili agli utenti pubblici. I sistemi interni per la gestione dei voli, così come le app e i siti delle singole compagnie aeree, non sono stati compromessi. Anche per il sito della Farnesina, il blocco riguarda unicamente la parte pubblica e non le funzionalità operative.
Siti italiani sotto attacco hacker: rivendicazione del gruppo NoName 057
Secondo le prime analisi, si tratta probabilmente di un attacco di tipo DDoS (Distributed Denial of Service). Questo genere di incursioni consiste nel sovraccaricare un server con un numero enorme di richieste, rendendolo temporaneamente inaccessibile. Gli attacchi DDoS, di norma, non producono danni permanenti e si risolvono nel giro di poche ore.
Il collettivo NoName 057 non è nuovo a episodi simili. Dal 2022, con l’inizio del conflitto tra Russia e Ucraina, il gruppo ha intensificato le sue azioni contro siti considerati “nemici”, affiancandosi a una guerra digitale parallela tra intelligence e gruppi di hacker filorussi. Nonostante non ci siano prove dirette di un legame ufficiale con il Cremlino, i toni e gli obiettivi delle loro rivendicazioni lasciano intuire una possibile vicinanza ideologica secondo i rumors.
Attacco hacker a siti italiani: il collettivo NoName rivendica il blocco
Negli ultimi anni, NoName 057 ha colpito vari portali italiani, tra cui quello del Ministero degli Interni dedicato alle carte d’identità, il sito del Ministero delle Infrastrutture, la piattaforma di Atac e persino il portale di TIM. Più che rubare dati, il loro intento sembra essere quello di accumulare visibilità e vantarsi delle loro azioni. Una volta terminato il blocco, condividono screenshot delle notizie che parlano di loro, celebrando il clamore mediatico come un trofeo.
L’attacco di oggi si inserisce in questa linea di azioni, con l’obiettivo principale di creare disagi temporanei e ottenere attenzione internazionale.