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Attacco antisemita ad Amsterdam: tensioni e arresti dopo Ajax-Maccabi

Manifestazione contro l'antisemitismo ad Amsterdam

Un attacco mirato contro i tifosi israeliani scuote Amsterdam, con oltre 60 arresti e feriti.

Un clima di paura nelle strade di Amsterdam

La serata di giovedì scorso ha visto Amsterdam trasformarsi in un teatro di violenza e paura, dopo la partita di Europa League tra Ajax e Maccabi Tel Aviv. Un gruppo di tifosi filopalestinesi ha dato vita a scontri violenti, culminati in un attacco mirato contro i tifosi israeliani. Cinque persone sono rimaste ferite e oltre 60 sono state arrestate dalla polizia, che ha faticato a contenere la situazione. La tensione è palpabile, e le autorità locali si trovano a fronteggiare una crisi che ricorda i periodi più bui della storia europea.

Reazioni internazionali e condanne

Il premier israeliano Benjamin Netanyahu ha definito l’episodio come un “attacco antisemita mirato”, esprimendo shock e indignazione per quanto accaduto. La comunità ebraica ha parlato di un “oltraggio nella città di Anna Frank”, chiedendo un intervento deciso da parte dell’Unione Europea. Le reazioni non si sono fatte attendere: il re d’Olanda ha evocato la Shoah, affermando che “abbiamo fallito di nuovo”, mentre il presidente francese Emmanuel Macron ha sottolineato che questi fatti ricordano “le ore buie della storia”. La presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, ha definito gli eventi come “atti inaccettabili e vili”.

Misure di sicurezza e preoccupazioni future

La situazione ha sollevato allerta anche in altre città europee. A Bologna, dove si svolgerà la partita di Eurolega tra Virtus e Maccabi, le autorità hanno innalzato il livello di sicurezza, temendo possibili ripercussioni. La paura di nuovi scontri è concreta, e le forze dell’ordine sono in stato di massima allerta. Questo episodio non solo mette in discussione la sicurezza degli eventi sportivi, ma solleva interrogativi più ampi sulla crescente tensione tra le comunità ebraiche e filopalestinesi in Europa. La necessità di un dialogo costruttivo e di misure preventive è più urgente che mai.