Roma, 11 mar. (Adnkronos Salute) – "E' un momento molto importante perché oggi si sancisce la rimborsabilità di dapagliflozin nell'ambito dello scompenso cardiaco in tutto lo spettro della frazione di eiezione. E' il primo farmaco ad avere il riconoscimento di questa indicazione, appunto, su tutti i fenotipi di scompenso cardiaco. Nessun paziente viene lasciato indietro. Ma non solo nello scompenso cardiaco, perché dapagliflozin è stato il primo trattamento in ambito di malattia renale cronica, che affligge altrettanti milioni di pazienti nel nostro Paese, ed anche il primo degli Sglt2 inibitori ad essere approvato e rimborsato in Italia nel lontano 2012 per il diabete mellito. Oggi quindi si chiude un cerchio nell'ambito del riconoscimento del valore di questo farmaco anche nel nostro Paese, dove soggetti con scompenso cardiaco possono avere con dapagliflozin non solo un trattamento efficace su tutto lo spettro di frazione di eiezione, ma anche per la malattia renale cronica e il diabete di tipo 2". Così Raffaela Fede, direttore medico di AstraZeneca Italia, commenta all'Adnkronos – oggi nel corso di un evento a Milano – il via libera dell'Agenzia italiana del farmaco (Aifa) a dapagliflozin primo e unico Sglt2i rimborsato in Italia, oltre che per il trattamento dello scompenso cardiaco cronico sintomatico, anche per le altre 2 patologie croniche.
"Un recente studio italiano – sottolinea Fede – ha dimostrato come i soggetti affetti da scompenso cardiaco presentino nel 37% dei casi diabete mellito di tipo 2 e, di questi, il 16% anche malattia renale cronica. Un farmaco che migliora la vita dei soggetti affetti da patologie cardiovascolari, renali e metaboliche, che sono sempre interconnesse tra loro e che riguardano il paziente nella sua visione olistica, è in linea con la nostra missione aziendale di portare sempre innovazione alla vita dei soggetti che soffrono di patologie cardiovascolari, renali e metaboliche".
"Attualmente il nostro portfolio – prosegue Fede – vanta soluzioni che portano innovazione a oltre 9 milioni di soggetti italiani, più 2 milioni che fanno uso di trattamenti anticoagulanti orali. Ancora grande innovazione ci attende perché nella nostra pipeline ci sono oltre 25 progetti di sviluppo, tra nuove molecole e nuove indicazioni in cui sarà presente ancora dapagliflozin, ma altrettante nuove molecole che vogliono davvero migliorare la vita dei soggetti affetti da patologie cardiovascolari, renali e metaboliche".