Dell’incontinenza sia urinaria che fecale se ne parla spesso ancora troppo poco eppure è un problema medico che interessa circa 7 milioni di italiani. L’incontinenza non interessa solamente la fascia d’età più anziana, ma anche le donne in stato interessante, gli atleti o ancora i bambini. Esiste un documento – ha ricordato “Il Corriere della Sera” in un approfondimento dedicato – che è stato stilato nel 2018 tra Stato e Regioni nel quale è stato illustrato un quadro oltre che sulla diagnosi e la sua cura anche sul percorso diagnostico-terapeutico assistenziale previsto nelle diverse regioni.
Assorbenti gratis per l’incontinenza: l’importanza della rete
Nell’accordo previsto tra Stato e regioni del 2018 è stato posto in evidenza come l’incontinenza possa essere seguita correttamente e curata attraverso l’istituzione di una rete di centri nei quali l’incontinenza può essere trattata a seconda della gravità e della sua complessità. Ad oggi – si legge ancora dalla testata – il presidente della Fondazione italiana continenza Carone ha dichiarato che questa rete di centri è operativa solamente in due regioni, Veneto e Piemonte. Rimane invece sulla carta e risulta comunque costituita in Sardegna e Basilicata.
Chi ha diritto agli assorbenti gratis
Ad ogni modo chi soffre di incontinenza potrebbe aver diritto a richiedere gli assorbenti monouso a richiederli gratuitamente o mediante il pagamento del ticket questo perché si tratta di dispositivi medici che sono inclusi nei cosiddetti Lea (Livelli essenziali di assistenza). Ad averne diritto sono coloro ai quali è stata diagnosticata una “grave incontinenza urinaria o fecale cronica”. La diagnosi è delegata al medico specialista tramite il Servizio Sanitario Nazionale. La prescrizione di questi dispositivi potrebbe essere effettuata anche dalla medicina territoriale o ancora i pediatri in libera scelta secondo le modalità indicate dalle regioni.