Roma, 24 Mar. – Un corso intensivo di teoria e pratica per formare professionisti capaci di gestire in maniera appropriata pazienti affetti da osteoporosi e malattie osteo-metaboliche, nonché di coordinare percorsi diagnostico-terapeutici multidisciplinari per una gestione integrata del paziente con fragilità scheletrica.
Il corso, patrocinato dalla SIOMMMS (Società Italiana dell’Osteoporosi, del Metabolismo Minerale e delle Malattie dello Scheletro), presieduta da Bruno Frediani, e da GIBIS (Gruppo Italiano Bone Interdisciplinary Specialists), presieduta da Francesco Bertoldo, è organizzato da Dynamicom Education e Formedica. È rivolto a quelle figure professionali che, essendo quotidianamente coinvolte nella gestione delle malattie osteo-metaboliche, sono particolarmente interessate ad approfondire tutti gli aspetti della patologia dell’osso.
Ma non solo: il corso è destinato anche a medici di base, endocrinologi, fisiatri, geriatri, ginecologi, internisti, ortopedici, radiologi e reumatologi. Esperti riconosciuti del settore affronteranno tematiche relative alla prevenzione, all’epidemiologia, alla fisiopatologia, alla diagnostica, alla terapia farmacologica, chirurgica e riabilitativa delle malattie metaboliche dello scheletro.
“Il programma – sottolinea Giorgio Maggiani, CEO di Dynamicom Education – avrà una durata complessiva di due anni e una ricorrenza quadrimestrale. Articolato in 20 moduli didattici (18 teorici e 2 pratici), prevede 8 moduli via FAD e due giorni e mezzo in presenza per i workshop pratici e il test di valutazione.
“Sarà inoltre – aggiunge Rosario Gagliardi, Founder e General Manager di Formedica – accreditato ECM e certificato ISO. Ogni incontro sarà registrato, rendendo il contenuto fruibile on demand per l’intera durata del corso e per i corsi successivi. In questo ambito verranno considerati anche gli aspetti socio economici, con particolare riferimento a quelli correlati alle fratture di fragilità”.
Sono dunque molti i temi che verranno affrontati, tra cui i progressi significativi compiuti negli ultimi anni nel campo della diagnostica.
“Fino a qualche tempo fa – ricorda il dottor Maurizio Muratore, già direttore UOC di Reumatologia presso l’ospedale Fazzi di Lecce – in fase di accertamento dell’osteoporosi veniva utilizzata la MOC (tecnica DEXA), un esame strumentale che misura la densità minerale delle ossa tramite l’uso di raggi X. Oggi, grazie a un innovativo macchinario a ultrasuoni (REMS), è possibile valutare e monitorare il rischio di fratture ossee, principale conseguenza dell’osteoporosi, senza esporre i pazienti alle radiazioni. La REMS studia non solo la quantità della massa ossea ma anche la qualità dell’osso. Un esame ripetibile anche nel breve tempo e particolarmente indicato anche per le donne in gravidanza, che non possono esporsi ai raggi X”.