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Un arresto che fa tremare il mondo del tifo
La recente operazione della Squadra Mobile di Milano ha portato all’arresto di Cristian Ferrario, un ultrà interista di 50 anni, accusato di detenzione di armi da guerra. L’arresto è avvenuto nella notte tra venerdì e sabato, quando gli investigatori hanno scoperto un vero e proprio arsenale in un magazzino a Cambiago, nel Milanese. Tra le armi rinvenute figurano kalashnikov, bombe a mano e proiettili, un ritrovamento che ha sollevato preoccupazioni riguardo alla sicurezza e alla criminalità organizzata legata al tifo calcistico.
Un quadro inquietante
Il gip di Milano, Domenico Santoro, ha descritto la situazione come un “quadro inquietante”. Le armi, ben nascoste e non visibili, erano custodite in un magazzino affittato in nero da Ferrario e dal capo ultrà della curva Nord, Andrea Beretta, attualmente in carcere per l’omicidio di un ‘ndranghetista. Il giudice ha sottolineato come la disponibilità di tali armi possa suggerire una proiezione criminosa degli ultras, ancora più preoccupante rispetto a quanto emerso nell’inchiesta “doppia curva”, che ha già portato a gravi accuse di associazione per delinquere.
Le indagini continuano
Le indagini sono in corso e gli inquirenti stanno cercando di ricostruire i canali di approvvigionamento dell’arsenale. Ferrario, durante l’interrogatorio, ha negato di avere conoscenza delle armi, affermando di essere solo un “tuttofare” per Beretta. Tuttavia, la presenza di segni distintivi della Polizia contraffatti e di munizioni nel magazzino solleva interrogativi sull’uso potenziale di queste armi in episodi delittuosi. Le autorità stanno anche esaminando la possibilità che alcune delle armi trovate possano essere state utilizzate in crimini passati, incluso l’omicidio di Vittorio Boiocchi, un noto capo ultrà.
Un fenomeno da monitorare
Questo episodio mette in luce un fenomeno preoccupante legato al tifo calcistico in Italia. La presenza di armi da guerra tra i gruppi ultras non è un fatto isolato, ma parte di un quadro più ampio che richiede attenzione e intervento da parte delle autorità. La collaborazione di Beretta con i pm potrebbe rivelare ulteriori dettagli su questa rete di illegalità, e la comunità deve rimanere vigile per prevenire l’escalation della violenza legata al tifo.
La sicurezza pubblica deve essere una priorità, e le istituzioni sono chiamate a rispondere con fermezza a queste minacce.