Il contesto dell’arresto
Il 13 giugno scorso, la Procura di Milano ha arrestato Dmitry Chirakadze, un aristocratico russo di 54 anni, noto per i suoi legami con funzionari e oligarchi di Mosca. Questo arresto è avvenuto nell’ambito di un’inchiesta più ampia riguardante la fuga di Artem Uss, un imprenditore che, mentre si trovava ai domiciliari a Basiglio, è riuscito a evadere e a fuggire in Russia. L’operazione ha suscitato un notevole interesse mediatico, non solo per la notorietà dei coinvolti, ma anche per le implicazioni legali e diplomatiche che ne derivano.
Le accuse e le indagini
Chirakadze è accusato di procurata evasione in concorso, un reato aggravato dalla transnazionalità. Secondo le indagini condotte dal pm Giovanni Tarzia e dal procuratore Marcello Viola, il 54enne avrebbe avuto un ruolo cruciale nel coordinare il piano di fuga di Uss. Le autorità hanno raccolto prove significative, tra cui testimonianze di altri indagati, che descrivono Chirakadze come una figura chiave nel gruppo operativo che ha orchestrato l’evasione. La richiesta di giudizio immediato, comunicata dal procuratore Viola, è ora nelle mani della giudice per le indagini preliminari, Sara Cipolla, che dovrà decidere sul da farsi.
Le dichiarazioni degli arrestati
Vladimir Jovancic, uno dei tre membri del gruppo operativo già arrestati nel dicembre 2023, ha fornito dettagli inquietanti sul ruolo di Chirakadze, definendolo come colui che “lavora per la famiglia” e che “risolve tutto”. Queste dichiarazioni, insieme a un memoriale di Srdan Lolic, uno degli otto indagati, hanno contribuito a delineare un quadro complesso e preoccupante delle operazioni di evasione. La fuga di Artem Uss ha messo in luce non solo le vulnerabilità del sistema giudiziario italiano, ma anche le connessioni internazionali che possono influenzare le indagini e le procedure legali.