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Ritorno alla vita reale

Il declino delle App di dating e il desiderio per un'amore più spontaneo

Dalle emoticon alle emozioni vere, dai cuoricini ai batticuori, le App di incontri stanno flettendo verso il basso. E le persone single preferiscono incontrarsi dal vivo.

C’erano una volta (diciamo a partire dagli anni Duemila) le chatroom, ovvero le “stanze virtuali” per fare conoscenza, dove le persone entravano spesso in modo anonimo – nei canali integrati di portali come Tiscali, Yahoo, Libero – scegliendo un nickname fantasioso e misterioso, per chiacchierare con perfetti sconosciuti. Ambienti completamente diversi dai social di oggi: tutto era testuale, molto spesso senza foto e si aderiva a gruppi tematici di interscambio, come ad esempio i forum letterari. C’erano gli habituèe, ossia presenze riconoscibili, il cui nome di fantasia era una firma prima ancora che un’identità digitale; ed erano ambienti dove nascevano simpatie, flirt, a volte anche vere e proprie storie d’amore. Forse proprio perché c’era più spazio per la parola, per l’immaginazione, per un certo romanticismo da remoto.
Con l’affinarsi delle tecnologie digitali, sono arrivate le App di incontri, regine incontrastate dei primi approcci del corteggiamento 2.0: foto, cuoricini, match.

Dove e come trovare l’occasione per incontrarsi. Dal vivo.

Secondo recenti sondaggi, però, le App di dating stanno conoscendo un rallentamento e sembra che sempre più single desiderino tornare a un approccio più umano, diretto, meno filtrato dalle devices. Troppi messaggi lasciati a metà e sparizioni dai radar: la gente ora preferisce l’off line e tornare a una socialità per definizione più autentica, fatta di sguardi, di contesti condivisi, di quello che una volta si chiamava semplicemente…vivere.
Naturalmente l’obiettivo è sempre trovare l’anima gemella. Ma, appunto, trovarla, non cercarla.  Cosicché si stanno moltiplicano le occasioni dove le persone si incontrano per davvero: come escursioni organizzate, corsi di cucina, eventi a tema, raduni di fan. Ambienti dove si condivide un interesse prima ancora di un algoritmo.

Uscire allo scoperto. E all’aperto

«Ho partecipato recentemente a un’escursione naturalistica domenicale e ho conosciuto più gente interessante in tre ore di camminata in collina che in tre mesi su Tinder», racconta Daniela, 43 anni, assicuratrice di professione e trekker per passione. Aggiunge: «C’è qualcosa di più autentico nell’incontrare qualcuno mentre fai qualcosa che ti piace. È meno costruito, più verace e anche meno ansiogeno».
Realtà associative sportive e ricreative di questo tipo segnalano un aumento di adesioni. Non solo per socializzare, ma anche per uscire da una dimensione troppo solitaria (e sedentaria), dove il bisogno di presenza (e di movimento) è tornato ad avere valore.
«Le persone, di tutte le età, hanno voglia di connessioni dal vivo, non solo virtuali», spiegano Annachiara e Silvio, una coppia di guide turistiche padovane che ha fondato un’associazione dedicata i tour guidati in Veneto, a tutte le stagioni: a piedi, in bici, in kayak o con le ciaspole. «I partecipanti si guardano negli occhi, in gruppo si ride per davvero e si ammirano i tramonti insieme. Non servono filtri fotografici o descrizioni studiate a tavolino, magari con l’aiuto di intelligenze artificiali. Niente realtà aumentata ma tutto semplicemente autentico». Con tutti gli imprevisti ma anche con la sorprendente spontaneità delle cose vere.