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ANSMM, iscritti in calo e segnalazioni all’Antistrust e al Garante Privacy

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L’Associazione Nazionale Social Media Manager, fondata e guidata da Riccardo Pirrone, è stata oggetto di attenzione da parte di inchieste giornalistiche in merito ad alcune criticità sollevate da soci e istituzioni

Avrebbe dovuto “valorizzare la categoria dei social media manager”, “promuovere un codice etico” e diffondere “una nuova morale digitale in tutto il Paese”.

A un anno dalla sua costituzione, tuttavia, deve fare i conti con un calo degli iscritti e alcune segnalazioni alle autorità competenti.

È quanto successo all’Associazione Nazionale Social Media Manager fondata e guidata da Riccardo Pirrone, che si era presentata come un’iniziativa per valorizzare il ruolo dei social media manager in Italia e invece è finita nel mirino per svariate perplessità sulla gestione delle attività e sul funzionamento dell’organizzazione.

Era gennaio 2024, quando l’ANSMM – nel corso di una presentazione tenutasi nella Sala Zuccari del Senato, alla presenza della vicepresidente a Palazzo Madama, Mariolina Castellone – debuttava in pubblico, annunciando al mondo i suoi ambiziosi obiettivi. A distanza di un anno, secondo quanto riferito da alcuni soci e ripreso da varie fonti giornalistiche, le iniziative promosse sarebbero lungi dall’aver raggiunto i risultati auspicati. E, nel frattempo, sono arrivate le prime contestazioni.  

ANSMM, il MIMIT avvia verifiche sull’uso dei loghi

Il 27 settembre scorso, il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, tramite il capoufficio stampa Giuseppe Stamegna, ha dichiarato infatti di aver avviato un’attività di vigilanza nei confronti dell’ANSMM. Secondo quanto riportato dal giornalista Germano Milite su You-ng, il MIMIT avrebbe riscontrato alcune irregolarità, tra cui l’utilizzo non autorizzato del logo ministeriale, carenze di informazioni in merito all’attività formativa dell’associazione e probabili modifiche statutarie non comunicate.

 

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Parallelamente, e sempre nel settembre scorso, si è appreso che anche il Ministero dell’Istruzione avrebbe temporaneamente sospeso un corso promosso dalla società KirWeb Srl, riconducibile allo stesso Riccardo Pirrone, dopo una campagna pubblicitaria molto discussa (“Non comprate altri corsi per social media manager”) che, sempre secondo fonti giornalistiche, avrebbe utilizzato il logo del Ministero senza autorizzazione e avrebbe ecceduto nell’uso del termine “certificato”. A scrivere tutti i dettagli è stato Paolo Dimalio del Fatto Quotidiano, in un articolo nel quale viene data notizia che gli echi di questa querelle sono arrivati persino nelle aule dell’Università La Sapienza dove il professor Carlo Nardello, docente di Digital marketing, si è interrogato sugli aspetti deontologici della campagna pubblicitaria oggetto della contesa: «Pirrone presiede un’associazione professionale con un codice etico – ha ragionato Nardello – dunque con curiosità e con lo spirito critico del prof mi chiedo se ritiene coerente una pubblicità di quel tipo, per promuovere dei corsi scoraggiando l’iscrizione a quelli altrui». 

Dal canto suo, in una dichiarazione resa al Fatto Quotidiano, Riccardo Pirrone ha affermato di essere al lavoro per risolvere eventuali criticità, sostenendo che l’ANSMM e la sua persona sarebbero oggetto di una campagna volta «a screditarli».

Segnalazioni all’AGCM e al Garante Privacy

Secondo un’inchiesta di Beatrice Elerdini per You-ng, alcuni soci avrebbero segnalato però l’ANSMM all’Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato (AGCM), esprimendo dubbi su possibili pratiche commerciali scorrette, tra cui:
• Comunicazioni commerciali potenzialmente ingannevoli;
• Dichiarazioni non sempre chiare sul numero degli iscritti;
• Prezzi promozionali che potrebbero non essere stati applicati in modo trasparente.

secondo l’inchiesta di Elerdini, alcuni soci avrebbero espresso preoccupazioni sull’uso dei loro dati personali, segnalando di aver ricevuto comunicazioni commerciali non richieste. In una comunicazione ufficiale, l’ANSMM ha riconosciuto l’invio di “comunicazioni non pertinenti” a causa di un “errore tecnico”. Spetterà eventualmente al Garante Privacy approfondire la questione.

Alcuni associati, rispetto a queste problematiche, avrebbero chiesto le dimissioni del presidente Riccardo Pirrone e del Consiglio Direttivo, citando possibili conflitti di interesse tra l’ANSMM e la società di formazione KirWeb.

Secondo quanto documentato da uno dei firmatari della segnalazione all’AGCM, un attestato rilasciato dalla società KirWeb a seguito di un corso di aggiornamento social riportava che lo studente aveva completato con successo il percorso, sebbene la durata del corso risultasse limitata (circa mezz’ora) e non fosse prevista alcuna verifica intermedia sull’effettiva fruizione dei contenuti. Il documento era accompagnato da loghi di certificazioni ISO, Accredia e altre realtà.

Per molti social media manager le 2 ore di aggiornamento annuali richieste sono insufficienti. L’associazione, però, continua a difendere il proprio modello.

Calo degli iscritti, cosa è successo?

Di Pirrone e dell’ANSMM si è occupata anche la sezione Dossier di Roma Today, facendo notare che a più di un anno dalla presentazione del codice etico, non sarebbe ancora stato nominato un Collegio dei Probiviri per la gestione delle segnalazioni interne. Il codice etico, nella fattispecie, prevede particolare attenzione alla trasparenza, al conflitto di interessi e alla corretta gestione dei dati. Ma sempre secondo il dossier di Poltronieri sarebbero anche altri gli obiettivi che pur annunciati in Senato nel gennaio di un anno fa, ancora non risulterebbero realizzati.

Sono emersi inoltre dubbi sull’effettivo numero di iscritti. Nel gennaio 2024, l’associazione dichiarava di avere circa 2.000 membri, cifra successivamente rettificata a 1.650. Attualmente, secondo il sito ufficiale dell’ANSMM, i soci risulterebbero essere 487, evidenziando una riduzione significativa. Alcuni osservatori del settore ipotizzano che il calo possa essere legato alle critiche emerse sulla gestione dell’associazione.

Conflitto d’interesse, vero o presunto?

L’idea alla base della campagna “Il social media manager è un professionista”, promossa dall’ANSMM, è stata inizialmente accolta con interesse, registrando circa 700 iscritti nei primi giorni, come annunciato da Riccardo Pirrone. Tuttavia, inizialmente non erano previsti particolari requisiti di accesso, e ciò avrebbe suscitato perplessità tra alcuni professionisti del settore, che temevano un possibile impatto sulla percezione della figura del social media manager. Successivamente, sono stati introdotti criteri di selezione, ma alcune segnalazioni avrebbero evidenziato la necessità di verifiche più puntuali.

Da parte di osservatori del settore, oltre che dai giornalisti autori delle inchieste, sono emerse osservazioni sulla composizione del consiglio direttivo dell’ANSMM, che include diversi professionisti legati alla società Kirweb e alla sua piattaforma di formazione. Tra i membri figurano Renato Scattarella, Tania Varone, Alberta Antonucci e, successivamente, Giuseppe Modena, nominato responsabile del coordinamento delle sedi regionali.

Il codice etico dell’associazione prevede però l’obbligo di segnalare eventuali conflitti di interesse e di astenersi da attività potenzialmente in contrasto con gli interessi dell’ANSMM. Nonostante le segnalazioni, al momento nessuno ha fatto un passo indietro.