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Anna Segre presenta il nuovo libro, “La distruzione dell’amore”: “Dopo la disperazione, si tornerà ad amare"

Anna Segre poesie

Nell’intervista la scrittrice e psicoterapeuta Anna Segre presenta la sua nuova raccolta di poesie e dà consigli preziosi a chi è in difficoltà per amore.

Scrittrice dall’animo profondo, acuta osservatrice della vita e dei sentimenti quotidiani. Anna Segre presenta nel corso dell’intervista il suo nuovo libro, “La distruzione dell’amore”, una raccolta di poesie che vanta la prefazione di Margherita Giacobino e la postfazione di Beatrice Zerbini. Una raccolta di versi in cui l’autrice racconta l’amore “come sentimento necessario alla vita e al contempo quasi impossibile da mantenere”.

L’amore per Anna Segre

Con la sua scrittura fine e precisa, Anna Segre descrive gli abissi dell’amore, persino quelli più misteriosi e contorti, quelli più avvincenti e complessi, quelli all’apparenza imperscrutabili o di difficile interpretazione. Si appassiona all’amore, vero motore della vita di ciascuno, e lo descrive con una forza dirompente, non per questo meno delicata. Il suo è un inno all’amore, anche a quello che ti distrugge. La sua è una descrizione attenta delle mille sfumature di un sentimento tanto essenziale quanto vitale, non per questo meno doloroso (almeno a volte). Descrive il rosso della passione e il grigio di un’emozione che s’assopisce. Scandaglia le tinte più accese, tipiche di un amore giovane e vigoroso, fino ad analizzare le cromature più scure, talvolta opache o cupe, ma sempre intense.

Amore è una parola irta, pericolosa. Non si cerchi di smussare, diluire, omologare questo elemento divino. Le due contendenti si incontrano e si scontrano nell’accecante proiezione di luce del desiderio e duelleranno fino all’ultimo respiro della relazione alla ricerca di una pace impossibile.

Ma un sentimento tanto grande quanto intenso, talvolta persino difficile, cosa rappresenta per l’autrice? Non esiste una descrizione scientifica dell’amore, per ognuno è un sentimento diverso, ma è inafferrabile in maniera universale. A chi vive la fase di distruzione dell’amore ricordo che non bisogna annullare la propria esistenza. La molteplicità di sensazioni vissute in un momento di distruzione dell’amore sono paragonabili a un’ustione. La cicatrice resta, ma il dolore passa: si tornerà ad amare, anche se ogni amore è diverso. Quando si assiste alla distruzione di un sentimento costruito con tanta intensità c’è un momento di disperazione, ma bisogna ricordarsi che non durerà. Cambierà, passerà e si tornerà a guardare l’amore con occhi diversi”, ha spiegato.

Anna Segre presenta la sua raccolta di poesie, “La distruzione dell’amore”

Come indica nella prefazione Margherita Giacobino: “I versi di Anna Segre ci dicono qualcosa che dovremmo sapere bene: che due donne non si amano mai da uguali, ma sempre da diverse. Diverse una dall’altra e da ogni altra. E a volte la diversità è opposizione, e le parole non servono per comunicare o dialogare ma solo per ferirsi, a volte insomma l’amore somiglia a una guerra balcanica che cova sordamente, esplode, infuria per anni senza soluzione di continuità, salvo splendide tregue di passione”. Ma “non ci sfugga la promessa”, chiosa Beatrice Zerbini nella postfazione del libro, “la rivelazione ultima” insediata nei versi: “il male tira i fili, / mentre il bene / si ostina a tessere”.

Anna Segre poesie

Anna Segre ha parlato del progetto intrapreso per dare vita al suo nuovo libro, dichiarando: “Avevo scritto alcune poesie nate sull’onda della rabbia e del dispiacere di vedere distrutto un mio sentimento. Avevo fatto un file intitolato “La distruzione dell’amore”, nel quale parlavo della fase di decostruzione e delusione dell’idea iniziale dell’eros in cui avevo creduto e che, al contrario, mi si stava sgretolando tra le mani. Sono poesie che ho inserito nel mio libro, insieme ad altre. Con i miei scritti ricordo che, sebbene partecipiamo alla distruzione dell’amore, non si riesce a distruggerlo una volta per tutte. L’amore riesce sempre a rigermogliare. Nella fase della distruzione pensi “non amerò mai più”, ma non è vero e non è vero che odierai per sempre l’altra persona”.

Anna Segre, scrittrice, psicoterapeuta e molto altro

“Anna Segre è medico, psicoterapeuta, anche ebrea, in più lesbica, perfino mancina”: si presenta così l’autrice ne “La distruzione dell’amore”. La produzione letteraria di Segre si concentra con minuzia, cura e rispetto sull’anima e la psiche umana. Che si tratti di epitaffi o dei danni psichici collegati alla Shoà, dell’utilità terapeutica di un libro o della mappa etica o della vita erotica e sentimentale, rimane sempre a fuoco la teoria della mente, il monologo interno, le ipotesi diagnostiche, le interpretazioni possibili. Le parole danno senso, continuità narrativa, chiedono giustizia, sperano nel dialogo. Per questo motivo, cercano una sintesi. Le parole si protendono sul bianco della riga come acrobati che vorrebbero padroneggiare il vuoto. Tra i libri pubblicati: “Monologhi di poi” (Manni), “Lezioni di sesso per donne sentimentali” (Coniglio), “Judenrampe” (Elliot), “Il fumetto fa bene” (Comicout), “100 punti di ebraicità” (Elliot), “100 punti di lesbicità” (Elliot).

Anna Segre poesie

Ora è entusiasta per l’uscita della sua nuova raccolta di poesie, ma come coniuga il lavoro da psicoterapeuta alla passione per la scrittura? Con le sue parole conferma che l’ispirazione arriva proprio dal quotidiano e precisa:Il mio lavoro e la mia passione non sono tanto divise. Come terapeuta, mi esprimo coni pazienti e lavoro insieme a loro per aiutarli. La scrittura è il modo per curare me stessa. Per questo motivo, sono due ambiti pienamente associati e integrati nella mia vita. Io sono le cose che mi dicono gli altri, le cose che leggo, quelle che emergono ragionando con i pazienti: l’insieme di tutto ciò si esprime nelle mie poesie”.

Non mancano neppure i nuovi progetti. A tal proposito, ha svelato: “Al momento, sto lavorando su alcuni aspetti specifici della psicoterapeuticità. Cercherò di far emergere alcune cose che ho capito nell’arco di molti anni da terapeuta e cercherò di darne una piega poetica”.