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Anche un agente segreto è sotto inchiesta nel caso del dossieraggio. Tuttavia, si afferma che "non esegue compiti operativi".

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Diversi giornali oggi rivelano nuove informazioni riguardo l'inchiesta della Procura di Perugia sull'inevitabile dossieraggio illegale contro personaggi politici e vip, includendo anche un agente dei servizi segreti tra gli indagati. La persona sotto indagine ha stretti legami con il luogotenente Pa...

Diversi giornali oggi rivelano nuove informazioni riguardo l’inchiesta della Procura di Perugia sull’inevitabile dossieraggio illegale contro personaggi politici e vip, includendo anche un agente dei servizi segreti tra gli indagati. La persona sotto indagine ha stretti legami con il luogotenente Pasquale Striano, entrambi sono accusati di accesso non autorizzato ai sistemi informatici e divulgazione di segreti. Secondo Repubblica, l’indagine si concentra sugli autori di secondo livello, cercando di determinare se Striano abbia agito per conto di altre persone.

I due paragrafi correlati della dettagliata richiesta di arresto stilata dal procuratore Raffaele Cantone sono numerati 13 e 14 e rivelano che l’indagine su dirigenti politici e vip spiati è tutt’altro che conclusa. Il primo si riferisce ai rapporti di Striano con il Vaticano, il secondo riguarda possibili interazioni con i sistemi di sicurezza (i servizi, per intenderci). L’agente segreto indagato non detiene e non ha mai detenuto posizioni operative nell’Aise, l’Agenzia per la sicurezza esterna, come confermato da fonti governative. Queste stesse fonti sottolineano che il caso non ha nulla a che vedere con il processo di selezione per entrare nell’Aise della moglie del ministro Crosetto. L’episodio per cui l’agente segreto è sotto indagine – una richiesta di informazioni a Striano su un prelato del Vaticano – non ha alcuna relazione con l’Agenzia.

Gli esperti insistono che è un “caso chiuso”: le indagini condotte hanno rivelato che l’agente segreto ha agito in modo indipendente, utilizzando una relazione precedente con Striano. La ragione dietro la sua domanda all’ufficiale della Gdf attiene al’indagine della procura di Perugia. Striano all’agente segreto: ‘Sono in possesso di file su imprese italiane gestite da russi’. “Se lo desideri, posso inviarti un documento che nessun altro ha, nemmeno presso le autorità fiscali, che contiene le informazioni sulle 500 società italiane gestite dai russi. È un lavoro enorme e non sono in grado di farlo”. Queste sono le parole del tenente Pasquale Striano, accusato dalla procura di Perugia di accesso illegale ai sistemi informatici e divulgazione di informazioni riservate, rivolte ad un funzionario dei Servizi segreti, anch’egli coinvolto nelle stesse accuse. Alla comunicazione di Striano, l’ufficiale dei servizi segreti risponde: “Volentieri”. Il caso dei dossier sarà discusso dall’Antimafia l’11 settembre. La Commissione antimafia discuterà della vicenda dell’indagine sui presunti dossier della procura di Perugia mercoledì 11 settembre. L’argomento sarà trattato durante l’ufficio del presidente convocato per tale mercoledì. Non è escluso che possano essere considerate possibili audizioni sulla questione. Gravina: ‘Il complotto contro di me è stato scoperto’. “Le indagini condotte dalla procura di Perugia hanno smascherato il complotto che ha portato alla mia iscrizione nell’elenco degli indagati”. Così il presidente della Federcalcio, Gabriele Gravina, ha commentato le notizie sull’inchiesta umbra sui dossier abusivi dell’Antimafia nazionale.

“Le verifiche incluse nel decreto firmato dal Procuratore Generale Raffaele Cantone – spiega Gravina – attestano l’avvio contaminato delle indagini nei miei confronti, ovvero ‘l’infondatezza della richiesta investigativa e l’illegalità del lavoro di approfondimento svolto'”.