Roma, 18 apr.
(Adnkronos Salute) – "Rischiamo la disgregazione sociale". E' l'allarme, in merito all'autonomia differenziata, di Pierino di Silverio, segretario nazionale del sindacato dei medici ospedalieri Anaao Assomed. Questo "perché con la riforma Calderoli verrebbe meno uno dei due pilastri del welfare state, ovvero il diritto alla salute per tutti gli individui sancito dalla nostra Costituzione", dice il leader sindacale alla vigilia del convegno in calendario domani a Bologna, per discutere di "un tema cruciale per la coesione sociale del Paese" con i presidenti di Regione Stefano Bonaccini, Vincenzo De Luca e Giovanni Toti.
Le profonde differenze tra Nord e Sud in materia di salute – si legge infatti in una nota dell'Anaao Assomed – mettono a rischio la coesione sociale del Paese. E il disegno di legge sull'autonomia differenziata all'esame del Parlamento, invece di colmare questo divario, rischia di ampliarlo ulteriormente, dividendo l'Italia in due: una a Nord, con sanità e cittadini di 'serie A', e una a Sud, con sanità e cittadini di 'serie B'.
I numeri parlano da soli: l'aspettativa di vita al Sud è minore di ben 20 anni rispetto al Nord; per la mortalità evitabile i tassi al Sud sono quasi il doppio rispetto al Nord; per speranza di vita in buona salute la differenza tra Nord e Sud è di ben 20 anni; la mortalità infantile al Sud è doppia rispetto al Nord; per la mortalità materna al parto, anche in questo caso il Sud registra valori nettamente più alti.
Un divario – continua il sindacato – che si estende anche ai servizi sociali. Infatti la spesa per abitante a Bolzano è di 583 euro, mentre a Messina solo 53 euro. Mentre per il finanziamento sanitario le Regioni del Sud, mediamente più giovani, ricevono una quota capitaria inferiore del 2,6% (-45,5 euro) rispetto a quelle del Nord e del Centro, a causa di un'iniqua ripartizione del Fondo sanitario nazionale. Qualora la riforma Calderoli "venisse introdotta, i Lea – spiega Di Silverio – non sarebbero più in capo al ministero della Salute, ma rientrerebbero nelle competenze delle Regioni.
In poche parole, questo significa che ogni Regione potrebbe decidere quali prestazioni erogare gratuitamente e quali no. Si potrebbe arrivare al paradosso per cui una determinata visita potrebbe essere gratuita in Lombardia e a pagamento in Calabria".
L'autonomia differenziata, sottolinea Di Silverio, è "contro il diritto alla salute. Questa riforma rappresenta a nostro avviso un tentativo di ulteriore parcellizzazione basata sulla spesa storica nella logica del povero sempre più povero e ricco sempre più ricco, che relega i livelli essenziali delle prestazioni a futura memoria e lega un diritto, che l'art.
32 della Costituzione vuole unico e indivisibile, a reddito e residenza, secondo un neonato 'ius domicilii'. Alimentando, peraltro, quelle diseguaglianze negli esiti di salute tra territori dello stesso Paese che premier e ministro della Salute dichiarano di volere abbattere".
E' necessario, secondo il sindacato, "un piano straordinario che punti: alla riduzione delle diseguaglianze, serve investire risorse per garantire a tutti i cittadini, indipendentemente dalla loro residenza, l'accesso a servizi sanitari di qualità; al potenziamento del sistema sanitario del Sud, serve investire in infrastrutture, tecnologie e personale per rafforzare le strutture sanitarie del Mezzogiorno; all'equa ripartizione delle risorse, rivedendo il meccanismo di ripartizione del Fondo sanitario nazionale per garantire una maggiore equità tra le diverse Regioni".
"Quella di domani a Bologna – conclude Di Silverio – sarà la prima di una serie di manifestazioni che abbiamo in programma in altre città per ribadire con forza che tutti i cittadini hanno diritto a ricevere le cure di cui hanno bisogno nel rispetto del dettato Costituzionale. Ogni tentativo che vada in senso contrario incontrerà la nostra convinta opposizione, perché non intendiamo assistere da spettatori immobili alla frantumazione di ciò che resta del nostro prezioso Ssn".