Roma, 27 gen. (Adnkronos) – "Ricordo bene quella sala, per me enorme, e l’idea che lì, a Fiuggi, si stava consumando un passaggio per noi storico. Ricordo il primo giorno, con il simbolo del Msi che campeggiava sul fondale e che il giorno successivo non era più così immenso, ma ricollocato sotto le parole 'Alleanza nazionale'. Sapevo che doveva essere così, ma rimasi sorpreso. E gli interventi di Fini, di Rauti, di Mirko Tremaglia e di tanti altri che con determinazione e amore portavano il proprio contributo. Per chi come me aveva 19 anni, ed era lì a rappresentare un mondo giovanile -e grazie alla generosa scelta di mio fratello Alessio che avrebbe potuto esserci al posto mio-, era indispensabile quel passaggio. Per darci un futuro, per essere capaci di avere uno strumento politico non gravato da accuse che non capivamo e che ci impedivano di essere davvero partecipi della vita politica quotidiana". Lo scrive su Facebook Galeazzo Bignami, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera.
"Non sapevo -ricorda- dove saremmo andati. Stavamo davvero lasciando un porto sicuro, ma ormai piccolo e antico. Neppure immaginavo il percorso che avrei potuto fare io e neppure mi interrogavo su di esso. Avere ambizioni, pensare ai ruoli è sempre stato il modo migliore per essere pronti. Si sta dove ti porta la battaglia politica senza chiedersi mai se è quello che si desidera, ma sempre solo accettando che è ciò che serve. Sarei stato eletto, dopo poco tempo, consigliere di quartiere e per me quello era già impensabile. E poi in comune, in Regione, sempre supportato dall’affetto di migliaia di persone che mi emozionava scrivessero il mio cognome su una scheda. Tutto grazie a quella intuizione necessaria che Pinuccio Tatarella, caro amico di mio papà e mente e pancia della destra, aveva indicato".
"Ancor oggi, sfogliando le tesi di Fiuggi, le trovo largamente attuali e sorprendenti. Forse più rivoluzionarie di quanto qualcuno vuol far credere nel tentativo di sottoporre la destra italiana a processi, abiure, svolte che ha compiuto da tempo. Perché Fiuggi -conclude Bignami- fu l’esito di un percorso e l’inizio di un altro. Non una scelta opportunistica, ma la convinta adesione a quella seconda Repubblica nata per volontà degli italiani".