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Almasri: opposizioni protestano compatte al Senato, è Meloni che deve venire in Parlamento

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Roma, 4 feb. (Adnkronos) - La presenza domani in Parlamento dei ministro dell'Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, per riferire sulla vicenda Almasri rappresenta il "minimo sindacale", perchè l'opposizione continua a "pretendere" che sia i...

Roma, 4 feb. (Adnkronos) – La presenza domani in Parlamento dei ministro dell'Interno e della Giustizia, Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, per riferire sulla vicenda Almasri rappresenta il "minimo sindacale", perchè l'opposizione continua a "pretendere" che sia il presidente del Consiglio a presentarsi in Parlamento. Lo dicono al termine della Conferenza dei capigruppo i presidenti dei senatori del Pd, Francesco Boccia, di AVS, Peppe De Cristofaro, di Iv, Enrico Borghi, e la vicepresidente vicaria dei senatori del Movimento 5 stelle, Alessandra Maiorino.

"Abbiamo chiesto la presenza della presidente del Consiglio -afferma Boccia- che continua a non venire in Parlamento, qui in Senato ci manca un 'Premier time' da un anno e mezzo e siamo a metà legislatura, è venuta una volta sola, è molto grave. Lo abbiamo ribadito in maniera unitaria che vogliamo sottoporre al presidente del Consiglio una serie di quesiti a partire dalla vicenda Almasri".

"Intanto verranno il ministro della Giustizia e il ministro dell'Interno con quindici giorni di ritardo, è molto grave perchè hanno lasciato il Paese in una condizione oggettivamente di grande imbarazzo di fronte al mondo".

"L'informativa che vengono a fare domani Nordio e Piantedosi -aggiunge Maiorino- è un atto dovuto, visto che invece la settimana scorsa improvvisamente sono fuggiti dal Parlamento con una motivazione che è assolutamente insostenibile e certifica il grande imbarazzo e l'incapacità di Meloni di gestire questa situazione, perchè noi abbiamo naturalmente richiesto che fosse lei a venire in Aula a riferire. Invece continua a mandare avanti i colonnelli nonostante la situazione diventi sempre più imbarazzante".

"Che ci sia stata un gestione quantomeno opaca è chiarissimo, Meloni continua a parlare soltanto attraverso i social e si rifiuta di venire in Parlamento. Noi continueremo a pretendere che venga in tempi ragionevoli, perchè non può venire tra un mese, un mese e mezzo per spiegare cosa ha fatto con questo boia libico che abbiamo rimandato a casa su un aereo di Stato".

"La presenza dei ministri -prosegue De Cristofaro- è il minimo sindacale se possiamo dire così. Qui non c'è una singola responsabilità di un singolo ministro, ma c'è una responsabilità politica generale dell'intero Governo. Non è una vicenda di cavilli, è una scelta politica presa dall'Esecutivo e proprio perchè non è una vicenda di cavilli o di singole responsabilità la cosa più giusta e il vero atto dovuto al Paese sarebbe la presenza della Meloni in Aula. Invece purtroppo la Meloni scappa, evidentemente preferisce fare propaganda dai video piuttosto che confrontarsi con il Parlamento".

"Ci sono due dati politici: il primo -spiega Borghi- è l'unità delle opposizioni, che in maniera compatta hanno esercitato un'azione parlamentare per richiamare il Governo alle proprie responsabilità: non è vero che abbiamo fatto l'Aventino, perchè i lavori nelle commissioni sono proseguiti e le opposizioni hanno partecipato".

"Il secondo dato politico è che la motivazione con la quale i ministri si erano negati la scorsa settimana è del tutto farlocca: non stava nè in piedi, nè in cielo, nè in terra ed evidentemente il fatto che oggi, con ritardo, i due ministri interessati vengano a fare un'informativa è certamente un successo dell'opposizione unita e compatta, ma è anche la dimostrazione che le motivazioni che hanno addotto non sono reali. E domani naturalmente entreremo nel merito della questione".