Roma, 28 gen. (Adnkronos) – La notizia dell'avviso di garanzia a Giorgia Meloni, diffusa via social dalla stessa premier, piomba a Montecitorio mentre in aula si discute il decreto Ucraina e il Transatlantico è affollato da deputati e leader. Dalle parti delle opposizioni, che sul caso Almasri hanno trovato un momento di unità, la reazione è quella di cercare di tenere separati il piano giudiziario da quello politico della vicenda. Avviso di garanzia o meno, la premier deve chiarire quanto accaduto: questa la tesi delle opposizioni che per domani, alla vigilia delle informative dei ministri Matteo Piantedosi e Carlo Nordio, hanno convocato una conferenza stampa alla Camera. Ci saranno le testimonianze di alcune vittime del criminale libico e sono attesi anche i leader delle opposizioni.
"Le questioni giudiziarie -sottolinea Elly Schlein- non attengono al nostro lavoro, ma è sul piano politico che insistiamo dall’inizio chiedendo a Giorgia Meloni di non nascondersi dietro ai suoi ministri e venire lei domani in Aula per chiarire al Paese per quale motivo il governo ha scelto di riaccompagnare a casa un torturatore libico per il quale la Corte penale internazionale aveva spiccato un mandato di arresto".
Per Giuseppe Conte l'annuncio via social sull'avviso di garanzie e il tenore del video della premier, confermano che "la ricetta di Meloni e soci è sempre la stessa: complottismo e vittimismo, dai treni ai migranti. Non lasciatevi distrarre: lo fanno per non parlare dei loro errori e dei problemi reali dei cittadini, dei tagli sulle buste paga, delle zero-soluzioni su carovita e crisi industriale".
"Quanto al caso del criminale libico -prosegue Conte- una cosa è già certa: il Governo ha combinato un grave disastro politico, mettendo in fila menzogne e versioni diverse, senza spiegarci davvero perché hanno imbarcato a nostre spese e con tutti gli onori su un volo di Stato un criminale libico anziché consegnarlo alla Corte penale internazionale. Se ora Meloni ha ricevuto un avviso di garanzia su questa vicenda – che peraltro è un atto dovuto – ne risponda serenamente, se non ha nulla da nascondere: è successo anche a me sul Covid ma nessuno di voi mi ha sentito frignare contro i magistrati, fino all'archiviazione. Meloni dimostri rispetto dei ruoli e delle istituzioni: si tolga il guscio da Calimero".
Conte fa riferimento anche a un altro passaggio del video di Meloni, quello dedicato all'avvocato Li Gotti, autore della denuncia che ha innescato l'avviso di garanzia, e che per la premier sarebbe "molto vicino a Romano Prodi". Sottolinea il leader M5S: "P.s. Meloni dice che la denuncia sarebbe partita da un politico di 'sinistra'. Ci risulta che il politico in questione abbia militato fino agli anni Novanta nello stesso partito di Meloni".
Anche dal Pd, dalla senatrice Sandra Zampa già portavoce del Professore, arriva uno stop: "La carriera politica di Li Gotti è cominciata con il Movimento sociale italiano ed è proseguita in Alleanza nazionale. Ha poi aderito ad Italia dei valori e dal segretario di quel partito è stato indicato come sottosegretario del secondo governo Prodi. Ma tra Li Gotti e Romano Prodi non vi è stata nessuna amicizia o conoscenza particolare, tanto è vero che non hanno più avuto rapporti dal 2008. Anche stavolta Meloni, con le sue ossessioni, ha sbagliato bersaglio".
Intanto Angelo Bonelli insiste: "La premier Giorgia Meloni la smetta di fare la vittima, invocando ancora una volta nemici immaginari utili solo ad alimentare la propaganda: il governo ha violato la legge. E a lei che dice di non essere ricattabile, rispondo che e’ ricattabile dai libici!". Riccardo Magi aggiunge: “Non ci pronunciamo sulle contestazioni della Procura di Roma nell’avviso di Garanzia inviato alla premier Meloni, al sottosegretario Mantovano e i ministri Nordio e Piantedosi. Ma una cosa è certa: Meloni, Nordio, Mantovano e Piantedosi hanno mentito agli italiani dicendo che il libico Almasri, definito da loro stessi un soggetto pericoloso, è stato rilasciato per responsabilità della magistratura".
Parla di "disastro" combinato dal governo, Carlo Calenda che però definisce "surreale" l'avviso a Meloni: "Su Almasri il Governo italiano ha combinato un disastro, raccontando un mare di balle agli italiani. Dopodiché che un Presidente del Consiglio venga indagato per un atto che risponde evidentemente ad una 'ragione di Stato' (mai ammessa) e’ surreale e non accadrebbe in nessun altro paese occidentale. Si saldano così due errori e si riacutizza lo scontro tra poteri dello Stato. Non un bello spettacolo".
Quanto a Matteo Renzi conferma la linea garantista ma bolla come "un errore clamoroso e marchiano sotto il profilo politico" il rimpatrio di Almasri. "Sul punto di vista giudiziario, invece, non mi esprimo. Non tocca a me giudicare e sono sinceramente garantista. Quindi non faremo a Giorgia Meloni quello che lei ha fatto a noi e alle nostre famiglie. Per noi la presidente del Consiglio è innocente come chiunque è innocente fino a sentenza passata in giudicato. Noi non attacchiamo sul piano giudiziario: noi facciamo politica. E ho l’impressione -sottolinea Renzi- che Giorgia Meloni voglia cavalcare questo avviso di garanzia, che è un atto dovuto, per alimentare il suo naturale vittimismo. La gestione della vicenda Almasri per noi non è un crimine: è peggio, è un errore".