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Allergia ai pollini: strategie per un sistema immunitario più forte

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Ecco come il sistema immunitario reagisce agli allergeni dei pollini e perché alcune persone soffrono di allergia mentre altre no. Come proteggere il proprio corpo da questi fastidiosi nemici naturali.

Per alcuni la primavera significa giornate più lunghe, fiori che sbocciano, aria frizzante. Per altri? Allergia, naso tappato, occhi che bruciano e starnuti in sequenza. Una stagione di bellezza, sì. Ma anche di allergie. E in Italia riguarda almeno 15 milioni di persone.

Sistema immunitario e allergia ai pollini: perché alcuni ne soffrono e altri no?

Numeri che restano più o meno stabili: qualcuno smette di essere allergico (beato lui), qualcun altro invece scopre di esserlo per la prima volta. Senza un motivo chiaro, senza preavviso. Un mistero, come gran parte delle allergie.

Da marzo a maggio, piante e alberi rilasciano nell’aria quantità imbarazzanti di pollini. Invisibili ma ovunque. Se ne respirano, se ne depositano sugli occhi, sulla pelle, nei capelli. Per la maggior parte delle persone? Niente di che. Per gli allergici, invece, una condanna. Il sistema immunitario li scambia per un nemico, un’invasione da respingere. E lo fa nel modo più spettacolare possibile: anticorpi in allerta, rilascio di istamina, infiammazione. Risultato? Occhi gonfi, naso tappato, sinusite, emicrania. Un classico. Allergia ai pollini.

Ma perché alcuni sì e altri no? Non esiste una risposta univoca. Il corpo umano è complicato. Alcuni producono meno anticorpi IgE, quindi reagiscono poco. Altri, invece, hanno meccanismi di difesa più raffinati, in grado di bilanciare la risposta immunitaria. E poi ci sono le variabili impazzite: cambiamenti ormonali, raffreddori particolarmente aggressivi, inquinamento.

Allergia ai pollini: come proteggere il sistema immunitario dai nuovi allergeni

A volte si è allergici da bambini e poi basta. Altre volte l’allergia arriva all’improvviso, da adulti, senza preavviso. Ingiusto? Sì, ma succede.

L’ambiente ha il suo ruolo. Ci si trasferisce, si cambia città, si scoprono nuovi pollini. E loro scoprono noi. Il cambiamento climatico fa il resto: stagioni più calde e lunghe, piante che producono più allergeni, periodi di fioritura che si allungano. Un incubo.

E le cure? Gli antistaminici restano l’arma principale. Funzionano, ma possono dare effetti collaterali come sonnolenza e difficoltà di concentrazione. Si studiano anche terapie di desensibilizzazione: piccole dosi di allergene somministrate nel tempo per abituare il sistema immunitario. Funzionano? A volte sì, a volte no. La ricerca va avanti.

Intanto, qualche accorgimento pratico aiuta. Dopo essere stati all’aperto: lavarsi le mani, il viso, magari cambiarsi. Doccia prima di dormire. Finestre chiuse nei giorni di picco. Sembrano dettagli, ma fanno la differenza. Perché l’aria è ovunque. E i pollini pure.