Alla Gnam si è svolta una manifestazione contro l’opera di Italo Bocchino.

Scandalo alla Galleria Nazionale d'Arte Moderna: Sindacalisti protestano per presentazione libro di destra

La controversia sulla mostra del Futurismo è ancora viva, quando emerge un ulteriore scandalo alla Galleria Nazionale d’Arte Moderna di Roma.

Questa volta, la contestazione proviene da un gruppo di sindacalisti, che hanno indirizzato una lettera alla direttrice Renata Cristina Mazzantini. Il motivo della protesta è legato alla decisione di accogliere la presentazione del libro di Italo Bocchino, dal titolo “Perché l’Italia è di destra. Contro le bugie della sinistra”, pubblicato da Solferino. Questo evento ha avuto luogo giovedì sera con la partecipazione di diverse figure, tra cui il presidente del Senato Ignazio La Russa, Arianna Meloni, il ministro della Scuola Giuseppe Valditara, Gianfranco Fini e l’ex Pm Luca Palamara.

In un comunicato, la Cgil e la Fp Cgil di Roma e Lazio hanno criticato la direttrice per aver inoltrato al ministero della Cultura e a enti competenti un elenco di dipendenti che hanno espresso pubblicamente il loro disaccordo riguardo alla presentazione del libro. Nella loro lettera, hanno evidenziato come in passato la Sala delle Colonne abbia ospitato eventi di politici, anche appartenenti all’attuale maggioranza, ma non in contesti così provocatori e con un chiaro intento promozionale, soprattutto in vista delle prossime elezioni.

Hanno quindi dichiarato che il personale della Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea manifesta un deciso disaccordo per l’uso degli spazi museali a scopi propagandistici, chiedendo la cancellazione di un evento ritenuto inadeguato, nel rispetto della cultura, della storia e della reputazione della nostra istituzione. Infine, si sono detti disponibili a confronti e ulteriori chiarimenti, auspicando una risposta tempestiva.

Se le cose non cambieranno, potremmo essere costretti a mettere in atto delle azioni di protesta contro l’uso strumentale di uno spazio pubblico e a difendere l’importanza democratica che un museo statale dovrebbe mantenere senza compromessi.

La lettera inoltrata conteneva le firme dei rappresentanti sindacali, che, secondo quanto denunciato dalla Cgil, sono state comunicate al ministero e ad altre autorità pertinenti. Questo ha scatenato una serie di reazioni politiche, culminando in due interrogazioni al Ministro della Cultura, Alessandro Giuli. La senatrice del Pd, Cecilia D’Elia, in qualità di capogruppo della Commissione Cultura e scuola del Senato, ha sollecitato chiarimenti da Giuli, mentre Elisabetta Piccolotti di Alleanza Verdi Sinistra ha definito la segnalazione della direttrice della Galleria Nazionale d’Arte Moderna, Renata Cristina Mazzantini, nei confronti di alcuni dipendenti che avevano contestato la presentazione del libro di Italo Bocchino, un gesto senza precedenti e gravissimo.

La polemica, però, non si esaurisce qui. Infatti, giovedì, al termine della presentazione, il sindacalista della Rsu della Gnam, Giuseppe Pedroni, è stato privato del microfono mentre tentava di esprimere le sue opinioni. “Il mio intento,” ha dichiarato Pedroni, “era di discutere il contenuto del libro, dato che il sottotitolo tratta delle presunte menzogne della sinistra, ma per la prima volta non solo non mi è stato concesso il microfono, ma mi è stato anche comunicato che non era previsto un dibattito in situazioni come queste.”

“Non è affatto così, ed è la ragione per cui ho continuato il mio intervento e ho dovuto alzare la voce per farmi ascoltare,” afferma il rappresentante sindacale che, nel frattempo, minimizza il problema relativo all’esposizione dei nomi degli sindacalisti firmatari della missiva.

“Certamente, sarebbe stato più appropriato rimuovere quelle firme e probabilmente la direzione del museo non intendeva rivelarle. Tuttavia, il cuore della questione non risiede lì: si discute del dito invece che della luna. Il vero problema è che la destra ha pubblicato un libro e si è sottratta a qualsiasi forma di dialogo. Sono stato circondato da agenti di sicurezza, ma non c’era realmente un rischio, tanto che sia Fini che Bocchino – mentre le altre figure di autorità sono state allontanate – sono rimasti presenti in sala mentre io parlavo.

Il mio obiettivo – sottolinea nuovamente – era contribuire al dibattito riguardante il contenuto del libro