Il presidente italiano Sergio Mattarella è intervenuto questa mattina al Quirinale in occasione della premiazione per gli Alfieri della Repubblica 2024.
Alfieri della Repubblica 2024, parla Mattarella: il discorso
“E’ per me un vero piacere accogliervi qui perché siete testimoni di solidarietà. ‘Testimoni’. Perché espressione di generosità, di amicizia, di passione sociale, di impegno civile; atteggiamenti che per fortuna sono diffusi tra i nostri ragazzi. Le esperienze in cui vi siete personalmente segnalati non sono eccezioni. Testimoniate una realtà di comportamenti esemplari più vasta. Le vostre storie, i riconoscimenti che ricevete oggi, la rappresentano” – così si è aperto il discorso di Sergio Mattarella al Quirinale. “La vita sociale non si svolge soltanto sulla base del rispetto delle regole che si è data: questo è il minimo. Per vivere davvero bene insieme, per raggiungere una condizione di vita sociale realmente appagante, in cui sentirsi davvero inseriti con piena soddisfazione, è necessario che via sia, oltre alla consapevolezza dei propri diritti, quella delle proprie responsabilità verso gli altri. E’ l’esercizio di questa responsabilità che fa sentire realizzati, che rende sereni e, ancor più, rende anche felici” – ha proseguito ancora il presidente.
Alfieri della Repubblica 2024, parla Mattarella: la fraternità
“La solitudine, l’individualismo, la considerazione degli altri come non soltanto estranei ma ostili, divengono progressivamente delle prigioni. Si è prigionieri della chiusura in sé stessi, dove la crescita personale rallenta, viene frenata; e dove il gusto della vita inaridisce. La solidarietà è anche la principale fonte di sicurezza collettiva. Perché poter contare sugli altri ci rende più sicuri. E perché fa crescere in noi la fiducia” – ha affermato Sergio Mattarella, che poi ha riflettuto su una parola chiave: fraternità. “Viene da tanti ritenuta di significato esclusivamente religioso, quando non un’ingenua illusione di anime sognanti. Ma non è così. Non bisogna avere complessi o ritegno nel pronunciare questa parola. E nel viverla. La pace – cui tutti diciamo di aspirare – si costruisce anzitutto a partire dalla vita di tutti in giorni, dall’incontro con chi ci è vicino, anche se chi ci è vicino in quel momento è uno sconosciuto, che incontra per caso la nostra strada” – ha concluso il presidente di fronte alla sua platea.