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Alberto Genovese, ex imprenditore condannato per altri reati di violenza sessuale, è stato assolto dall’accusa di stupro in un caso che ha destato grande clamore mediatico. Come riportato nell’articolo di Milano Corriere, il giudice ha evidenziato l’infondatezza delle accuse mosse.
Le motivazioni dietro l’assoluzione di Alberto Genovese
La sentenza di assoluzione, emessa lo scorso luglio, descrive una strategia «ben pianificata» da parte della donna accusatrice per ottenere denaro sfruttando la risonanza mediatica del caso. Secondo il giudice, la giovane aveva posto l’accusa ai media con l’obiettivo di ottenere un risarcimento milionario.
Il giudice ha stabilito che non c’è stata alcuna violenza sessuale, poiché la donna aveva prestato il proprio consenso anche per pratiche sessuali estreme. Inoltre, è stato escluso che Genovese l’avesse costretta a drogarsi, evidenziando invece che l’assunzione di sostanze fosse una scelta volontaria della donna.
Le conseguenze legali per la denunciante
Alla luce delle contraddizioni nelle dichiarazioni della donna, il giudice ha richiesto un’indagine per calunnia. La giovane, che inizialmente aveva difeso Genovese, è stata successivamente accusata di aver manipolato i fatti per trarne un vantaggio economico. Gli atti sono stati trasmessi ai pubblici ministeri per avviare l’inchiesta.
Il percorso di Alberto Genovese verso la giustizia riparativa
Nonostante le condanne precedenti, il giudice ha riconosciuto a Genovese un impegno significativo verso la giustizia riparativa. L’imprenditore ha intrapreso un percorso di disintossicazione e ha risarcito le vittime con somme rilevanti. Questo percorso è stato valutato come un segno concreto di pentimento e cambiamento.