Roma, 31 gen. (Adnkronos Salute) – Da una generica definizione di 'sanità privata' (a pagamento) per fare riferimento alle strutture di diritto privato della sanità pubblica alla convinzione che le strutture private accreditate selezionino le prestazioni meno complesse e quelle più remunerative, fino a una continua contrapposizione pubblico-privato accreditato, imperniata su un approccio ideologico. Sono i principali luoghi comuni e i misunderstanding che ruotano attorno alla funzione delle strutture sanitarie private accreditate con il Servizio sanitario nazionale, raccolte sotto il titolo "Le fake news in sanità", nell'ambito del terzo Bilancio sociale dell'Associazione italiana dell'ospedalità privata (Aiop), presentato oggi a Roma.
Quando si parla di Ssn – premette l'Aiop – si fa riferimento alla sua componente di diritto pubblico e alla sua componente di diritto privato, poste entrambe al servizio della funzione pubblica di tutela della salute, con la parte accreditata che assicura, oggi, più di 1/4 dei ricoveri nazionali, impiegando circa 1/10 della spesa complessiva. Eppure – si sottolinea – si continua a parlare di sanità privata, la sanità a pagamento per fare riferimento alle strutture di diritto privato della sanità pubblica (finanziata attraverso la fiscalità generale, con un meccanismo di contribuzione progressiva). Da ultimo, questo misunderstanding si è verificato in occasione dell’aggiornamento del tetto di spesa del Dl 95/2012, grazie al quale le Regioni potranno acquistare un volume maggiore di prestazioni dalle strutture accreditate: esso è stato da più parti presentato come un regalo alla sanità a pagamento e motivo di divaricazione tra cittadini di serie A e cittadini di serie B nell’accesso alle cure.
E ancora: il peso medio è una misura del livello di complessità della casistica trattata dagli ospedali. Confrontando la complessità trattata dagli ospedali di diritto pubblico con quella trattata dalle strutture accreditate Aiop, possiamo vedere come essa sia maggiore in queste ultime. Eppure si legge che le strutture private accreditate selezionano le prestazioni meno complesse.
Aiop prosegue nel chiarire che le prestazioni erogate sono quelle che – entro i limiti definiti dalla Programmazione regionale – sono richieste dalle esigenze di salute degli individui. Pertanto nessuna struttura, né di diritto pubblico né di diritto privato, può scegliere gli interventi e i trattamenti da erogare. Eppure si legge che le strutture private accreditate selezionano le prestazioni più remunerative. Quanto poi a liste e tempi d’attesa, il report cita un esempio: in chirurgia oncologica, nel 2022, la componente di diritto pubblico Ssn ha rispettato i tempi massimi di attesa nel 72% dei casi, mentre quella di diritto privato ha erogato il 79% delle prestazioni nella tempistica prevista. Eppure – riflette il report – si continua a contrapporre pubblico e privato accreditato, quando si parla di prestazioni mancate e procrastinate e di rinuncia alle cure dovuta agli ostacoli all’accesso al Ssn. Laddove – sostiene Aiop – il contributo della componente di diritto privato è determinante (e può esserlo sempre di più) nel contenimento dei tempi d’attesa.
Le strutture di diritto privato del Ssn – prosegue ancora Aiop – per le loro caratteristiche intrinseche rappresentano un modello di gestione responsabile dei finanziamenti pubblici. A differenza di quelle di diritto pubblico che sono finanziate a piè di lista, sono remunerate – per le prestazioni Ssn – sulla base di tariffe predeterminate (rimborso prestazione-specifico). Da ciò discende un diverso approccio alla gestione delle strutture e alla lotta agli sprechi, senza sacrificare la qualità delle prestazioni. Eppure si continua a impostare la discussione pubblica sulla contrapposizione pubblico-privato accreditato, imperniata su un approccio ideologico velleitario in un contesto di sottofinanziamento e risorse scarse.
Infine, il rapporto -si sofferma sul ruolo di 'attivatore dell’economia' dell’ospedalità privata, citando l’indotto economico generato lungo le catene di fornitura e le filiere di approvvigionamento delle strutture Aiop: 96mila fornitori diretti nelle sole strutture del campione, nell’ambito del quale il 52% può contare su un parco rifornitori in media di 184 aziende, che, per i grandi gruppi ospedalieri, sale a più di 3mila fornitori. Non solo, esiste una parte di ricchezza che le strutture trattengono e che viene reinvestita in Innovazione&Sviluppo, nel miglioramento e ammodernamento dell’edilizia, nell’acquisto di macchinari e dispositivi all’avanguardia e che, come tale, genera un impatto positivo sull’economia locale e nazionale.