Agnes rimane resistente, ma il nome è sopportato da Rai.

Nonostante le richieste del Partito Democratico di rimandare le elezioni parlamentari, le principali forze politiche hanno deciso di procedere come pianificato. Simona Agnes di Forza Italia è una candidata forte per la presidenza, mentre Giampaolo Rossi di Fratelli d'Italia è in gara per il ruolo di amministratore delegato. Tuttavia, non ci sono ancora abbastanza voti per nominare Agnes presidente. La maggioranza sottolinea l'importanza dei voti a favore di Agnes. Nel frattempo, si discute l'idea di un presidente di garanzia e il membro più anziano potrebbe diventare presidente temporaneo. L'assemblea combinata dei gruppi della Camera e del Senato si riunirà per discutere la questione. Allo stato attuale, le opposizioni non hanno una direzione unanime, con i democratici che ponderano l'astensione dal voto. La decisione sarà presa dopo ulteriori discussioni con M5s e Avs.

Nonostante le insistenti richieste del Partito Democratico di posticipare le elezioni dei quattro consiglieri parlamentari previste per giovedì mattina, le forze politiche prevalenti hanno dato l’assenso a procedere come previsto originariamente, durante una riunione dei capigruppo al Senato.

Simona Agnes, candidata del partito Forza Italia, avanza decisa verso la presidenza, mentre Giampaolo Rossi è in lizza per il ruolo di amministratore delegato rappresentando Fratelli d’Italia. Tuttavia, i rappresentanti di Giorgia Meloni sono impegnati in trattative dietro le quinte con l’opposizione per identificare un presidente di garanzia. Al momento, non sembra ci siano abbastanza voti nel comitato di vigilanza per nominare Agnes presidente. Al centrodestra mancano quattro voti per il consenso qualificato, tre se si considera Mariastella Gelmini, che ha lasciato il partito Azione ed è in attesa di unirsi a Noi moderati.

Tuttavia, anche un rifiuto non impedirebbe al centrodestra di cercare un accordo con parte dell’opposizione, per tentare di ottenere l’approvazione al secondo turno di votazione, come successo nel 2018 con Marcello Foa, grazie all’accordo tra Matteo Salvini e Silvio Berlusconi. Fonti della maggioranza sottolineano l’importanza del numero di voti favorevoli a Simona Agnes nella prima votazione in vigilanza.

Non è da escludere che nel mentre prenda il via una discussione riguardo a un capo di garanzia: finora il centrodestra avrebbe scartato candidati ritenuti troppo orientati verso il centrosinistra, come Giovanni Minoli e Antonio Di Bella, e si starebbero svolgendo discussioni su certi profili con intermediari di Matteo Renzi.

Nel frattempo, il membro più anziano potrebbe diventare presidente temporaneo. Probabilmente sarà Antonio Marano, scelto dalla Lega, in vantaggio su Alessandro Casarin. Fdi dovrebbe scegliere Valeria Falcone, anche se c’è ancora una possibilità per Federica Frangi. Tuttavia, l’attenzione è rivolta al Pd. I democratici, dopo aver posto come clausola la riforma del sistema di governance per le nomine, stanno ponderando il prossimo passo: l’assemblea combinata dei gruppi della Camera e del Senato avrà luogo domani sera alle 20.30.

La maggioranza è convinta che infine Elly Schlein deciderà di prender parte al voto. Allo stato attuale, le opposizioni non hanno una direzione unanime. Finora, nel Pd, si ritiene che si seguirà ancora la strada delineata dalla segretaria nei giorni scorsi: nessuna nomina prima della riforma. Pertanto, i democratici stanno valutando se astenersi dal voto, ma la decisione verrà presa domani, dopo una discussione non solo interna, ma probabilmente anche con M5s e Avs.

È possibile che Schlein, Giuseppe Conte e Nicola Fratoianni si confrontino domani, dopo l’incontro della Vigilanza sulla questione del voto in Liguria. In ogni caso, M5s non è incline all’Aventino e sta pianificando di riconfermare Alessandro Di Majo nel consiglio.