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Aggressione in ospedale: arrestato giovane egiziano dopo dimissioni

Giovane egiziano arrestato dopo aggressione in ospedale

Un episodio di violenza in un ospedale del Ravennate solleva interrogativi sulla sicurezza

Un episodio di violenza in ospedale

La serata di ieri ha visto un grave episodio di violenza presso l’ospedale di Lugo, nel Ravennate. Un giovane di 21 anni, di origine egiziana, è stato dimesso dopo un ricovero dovuto a una massiccia assunzione di alcolici. Tuttavia, la sua uscita dall’ospedale ha preso una piega inaspettata e violenta. Non appena ha messo piede fuori dalla struttura, ha aggredito un infermiere, infliggendogli un colpo al polpaccio che ha portato a una prognosi di cinque giorni.

Le circostanze dell’aggressione

Secondo le ricostruzioni, il giovane ha iniziato a lamentarsi della sparizione di alcuni soldi dal suo portafogli, scatenando una reazione violenta. Dopo aver colpito l’infermiere, ha anche danneggiato una vetrata dell’accettazione, mettendo in evidenza un comportamento aggressivo e irrazionale. L’intervento dei carabinieri è stato immediato, portando all’arresto del giovane, che risulta avere diversi precedenti penali e attualmente è disoccupato e senza fissa dimora.

Le conseguenze legali

Questa mattina, il caso è approdato in Tribunale a Ravenna, dove il giudice ha deciso di non convalidare l’arresto. Secondo il magistrato, l’arresto sarebbe avvenuto al di fuori della flagranza di reato, e mancando prove video dell’aggressione, non si poteva sostenere una flagranza differita. Questa nuova possibilità, introdotta con la legge salva-sanitari, ha sollevato interrogativi sulla sua applicazione. La Procura ha già annunciato l’intenzione di ricorrere in Cassazione per rivedere la decisione del giudice.

Nel frattempo, l’indagine continua a piede libero, con l’ipotesi di interruzione di pubblico servizio che si aggiunge alle accuse già formulate. Questo episodio solleva interrogativi non solo sulla sicurezza all’interno delle strutture sanitarie, ma anche sulla gestione di pazienti in stato di alterazione psicofisica, evidenziando la necessità di misure più efficaci per garantire la sicurezza di operatori e pazienti.