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Il caso di aggressione alla Guardia medica
Un episodio di violenza ha scosso la comunità di Cessaniti, in Calabria, dove un uomo di 60 anni è stato rinviato a giudizio per tentata violenza sessuale, violenza privata, lesioni personali e interruzione di servizio di pubblica necessità. L’aggressione è avvenuta nel febbraio scorso, quando la dottoressa della Guardia medica, dopo aver ricevuto una chiamata di soccorso, si è recata presso l’abitazione dell’uomo, già noto alle forze dell’ordine. Purtroppo, l’intervento si è trasformato in un incubo per la professionista, che ha subito un’aggressione fisica.
Dettagli dell’aggressione
Secondo le ricostruzioni, il 60enne avrebbe afferrato la dottoressa per un braccio e alla gola, tentando di trascinarla in un’altra stanza. Fortunatamente, la donna è riuscita a divincolarsi e a fuggire, raggiungendo la madre che l’attendeva in auto. Questo gesto tempestivo ha permesso di allertare i carabinieri, che sono intervenuti immediatamente. I medici del Pronto soccorso hanno diagnosticato alla dottoressa ferite guaribili in sette giorni, evidenziando la gravità della situazione.
Le conseguenze legali per l’aggressore
Il Gup di Vibo Valentia ha fissato il processo per il 10 febbraio prossimo, mentre nei confronti dell’uomo è stata emessa una misura cautelare che prevede il divieto di avvicinamento ai luoghi frequentati dalla vittima. L’aggressore dovrà mantenere una distanza minima di 500 metri dalla dottoressa e non potrà comunicare con lei in alcun modo. Questo caso solleva interrogativi sulla sicurezza degli operatori sanitari, che spesso si trovano a lavorare in situazioni di rischio, e sulla necessità di proteggere chi si dedica al servizio della comunità.