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Aggressione a Brescia: docente picchiato per critiche al fascismo

Docente aggredito a Brescia per critiche al fascismo

Un insegnante dell'istituto Antonietti di Iseo vittima di violenza per le sue idee

Un episodio inquietante a Brescia

La notte tra venerdì e sabato, un docente dell’istituto Antonietti di Iseo ha subito un’aggressione a Brescia, vittima di un gruppo di ragazzi ventenni. L’insegnante, che ha preferito rimanere anonimo, ha denunciato l’accaduto ai carabinieri, raccontando di essere stato picchiato dopo aver espresso le sue opinioni sul fascismo. Questo episodio solleva interrogativi inquietanti sulla libertà di espressione e sul clima di intolleranza che sembra crescere in alcune aree del nostro paese.

Il racconto del docente

Secondo quanto riportato dal docente, la serata era iniziata in modo tranquillo, ma è rapidamente degenerata. Mentre si dirigeva verso la sua auto, un giovane lo ha fermato, riconoscendolo e chiedendogli cosa pensasse del Duce. Quando il professore ha espresso un’opinione critica, è stato aggredito. “Mi hanno chiesto cosa pensassi del Duce e quando ho esposto il mio pensiero critico uno di loro mi ha dato cinque pugni in faccia” ha dichiarato. Questo episodio non è solo un attacco fisico, ma rappresenta anche un attacco alla libertà di pensiero e di espressione.

Un clima di intolleranza

L’aggressione subita dal docente non è un caso isolato. Negli ultimi anni, si sono verificati diversi episodi di violenza legati a opinioni politiche, in particolare contro coloro che esprimono posizioni critiche nei confronti del fascismo e del passato storico italiano. La reazione violenta di un gruppo di giovani nei confronti di un insegnante che cerca di educare e informare i propri studenti è un segnale preoccupante. È fondamentale che la società civile si mobiliti contro tali atti di violenza e intolleranza, promuovendo un dialogo aperto e rispettoso.

La risposta delle autorità

Dopo l’aggressione, il docente è stato accompagnato in ospedale, dove ha ricevuto una prognosi di dieci giorni per i traumi riportati alla testa. Le forze dell’ordine sono intervenute, ma i cinque aggressori erano già fuggiti. Questo solleva interrogativi sulla sicurezza degli insegnanti e sulla necessità di proteggere chi si espone pubblicamente per difendere i valori della democrazia e della libertà. È essenziale che le autorità prendano misure concrete per garantire la sicurezza di tutti coloro che, come il docente aggredito, si battono per un’educazione libera e critica.