Argomenti trattati
Oggi Misilmeri ha dato l’ultimo saluto a Sara Campanella, la studentessa 22enne uccisa a coltellate a Messina dal compagno di corso che la tormentava da due anni, Stefano Argentino, attualmente in carcere. La salma di Sara è arrivata appena prima delle 10.30 del mattino nella chiesa San Giovanni Battista nella piazza di Misilmeri (Palermo).
L’ultimo saluto a Sara Campanella, studentessa 22enne uccisa
La strada è affollata, come anche la strada che dalla camera ardente porta alla chiesa del funerale, e la bara è stata portata a spalla fino alla chiesa dove si è tenuto il funerale. I giovani presenti hanno indosso una maglietta nera con la scritta “No Violenza“. Tra essi, tantissimi i ragazzi e gli amici che hanno dato il loro ultimo saluto a Sara e si sono stretti attorno ai familiari, portando con loro una foto di Sara e un palloncino a forma di cuore. La cerimonia si è tenuta in assoluto silenzio: solo quando la bara bianca ha iniziato a salire le scale, si è alzato un applauso commosso. Nella piazza è stato istallato un maxi schermo per consentire a chi era rimasto all’esterno di seguire la cerimonia. Su alcune transenne è stato appeso lo striscione con su scritto “nel ricordo di Sara a difesa delle donne, basta femminicidi”, lo stesso slogan che è stato esibito ieri allo stadio dai tifosi della curva nord del Palermo. Per l’ultimo saluto a Sara era presente anche il sindaco di Messina, Federico Basile e la rettrice dell’Università di Messina, Giovanna Spatari, che ha annunciato nei giorni scorsi il conferimento della laurea a memoria di Sara, che stava per laurearsi nel corso di Tecniche di laboratorio biomedico. Il sindaco ha proclamato per oggi il lutto cittadino della città dello Stretto.
Le parole dell’arcivescovo nell’omelia
“Siamo qui sconvolti, senza parole, davanti al corpo di Sara martoriato e sacrificato. Perché? ancora una volta risuona un grido: perché questo strazio indicibile ai genitori e al fratello? Ai familiari, al fidanzato, agli amici e una città intera?” A pronunciare queste parole è l’arcivescovo di Palermo, monsignor Corrado Lorefice, durante l’omelia funebre. “Vediamo come la violenza abbia ancora distrutto la bellezza di Sara”, aggiunge, ”la bellezza delle sue relazioni, la bellezza che lei aveva il compito di far crescere nel mondo attraverso i suoi studi universitari, la realizzazione della sua professione e la relazione con l’uomo che liberamente aveva scelto di amare”.
“L’amore non uccide”
“Nel corpo trafitto di Sara è racchiuso il dolore e la violenza del mondo, soprattutto sulle donne. L’amore però non uccide”, ha proseguito l’arcivescovo Lorefice. “Oggi, in questo mondo sempre più segnato dalla violenta brutalità e lacerato dai conflitti, assistiamo alla barbarie di corpi abusati, mutilati, eliminati, ricacciati e rinchiusi in luoghi di tortura, ma la violenza, ogni sua forma e qualsiasi sia il motivo per cui si scateni, è sempre un fallimento che riguarda tutti”. “Nel corpo di Sara piangiamo il destino dell’umanità quando essa sceglie la violenza, la morte. Non ci sono parole per consolare il vostro strazio, cari genitori. L’intera famiglia umana oggi piange Sara” ha continuato l’arcivescovo. “L’uomo, dice la Bibbia, ha due strade: quella della relazione e quella della violenza” ha chiosato.
Su Rai uno a #storieitaliane la telecronaca dei funerali di Sara Campanella pic.twitter.com/z0AQmb18Xw
— Marina 🛋️ (@AncoraMarina65) April 7, 2025
Il grido della folla: “Sara vive”
Ora la bara è attesa nella piazza di Misilmeri. Lungo le scale della chiesa sono stati posti alcuni palloncini bianchi. La rettrice dell’Università di Messina, che Sara Campanella stava frequentando, ha voluto leggere le email scritte dalla studentessa al professore per la tesi di laurea. Ad essere lette in piazza anche le lettere di ricordo da amici e familiari della 22enne. Tra queste, il ricordo del fratello. Dalla piazza si è levato il grido della folla, tra applausi e musica: “Sara vive“. Dopo che la bara bianca ha lasciato la chiesa tra tanti palloncini bianchi che sono stati lanciati in cielo, ora l’ultimo viaggio verso il cimitero.