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È morto Giovanni Taormina, giornalista Rai, dopo una breve battaglia contro il cancro

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Giovanni Taormina, giornalista Rai, è morto all'ospedale di Udine dopo una breve lotta contro un tumore scoperto pochi mesi fa

Oggi, giovedì 2 gennaio, è scomparso Giovanni Taormina, giornalista Rai. Il 60enne è deceduto all’ospedale di Udine, vittima di una lotta contro il cancro che, in pochi mesi, non gli ha lasciato scampo.

È morto il giornalista Rai Giovanni Taormina

Oggi, presso l’ospedale di Udine, è scomparso Giovanni Taormina, giornalista di lunga carriera che ha ricoperto un ruolo di primo piano nel panorama Rai. Era stato ricoverato a causa del peggioramento delle sue condizioni di salute dopo la diagnosi di cancro nel mese di agosto. Aveva 60 anni e lascia la moglie e due figlie minorenni.

Nato a Trapani, Taormina ha coltivato fin da giovane una grande passione per il giornalismo, che lo ha portato a costruire una carriera di successo all’interno dell’azienda Rai. Prima di approdare alla redazione di Tgr Rai Friuli Venezia Giulia, ha accumulato esperienze significative a livello nazionale, lavorando in diverse trasmissioni Rai, sia televisive che radiofoniche, dove ha conquistato il rispetto di colleghi e pubblico grazie alla sua preparazione e professionalità.

“Oggi è una giornata triste per la Tgr. Un professionista esperto e innamorato del suo lavoro ci ha lasciati. Ha raccontato le distorsioni criminali in diverse regioni italiane poi, qualche anno fa, aveva scelto di fermarsi a Udine, città a cui si era particolarmente legato. E anche qui, senza indugi, ha raccontato e denunciato, tenendo fede al mandato che ognuno di noi, giornalisti e giornaliste della Rai,  porta avanti: informare i cittadini con equidistanza, nel pieno rispetto e nella consapevolezza di rappresentare il servizio pubblico”, si legge nel comunicato ufficiale Rai.

Le minacce a Giovanni Taormina nel 2019

Una passione per il giornalismo che gli era costata anche qualche nemico. Tra questi, la persona che, nell’aprile del 2019, gli aveva lasciato una busta con due proiettili e una sua foto cerchiata davanti alla sede di Udine, o chi, nell’agosto dello stesso anno, gli aveva inviato un messaggio simile, trovando le pallottole nell’auto.