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Abusi sessuali nella chiesa altoatesina: un rapporto sconvolgente

Rapporto sugli abusi sessuali nella chiesa in Alto Adige

Un rapporto rivela 67 casi di abusi sessuali tra il 1963 e il 2023, sollevando interrogativi sulla cultura ecclesiastica.

Un quadro allarmante degli abusi

Il recente rapporto elaborato dallo studio legale Westpfahl-Spilker-Wastl, su incarico della Diocesi di Bolzano e Bressanone, ha rivelato un numero allarmante di 67 casi di abusi sessuali all’interno della chiesa altoatesina dal 19. Questi casi coinvolgono 24 sacerdoti e 59 vittime, con un’età media delle vittime compresa tra gli 8 e i 14 anni. È significativo notare che oltre il 50% delle vittime sono di sesso femminile. Questo rapporto è stato presentato in una conferenza stampa dal vescovo Ivo Muser, nell’ambito del progetto triennale “Il coraggio di guardare”.

La cultura dell’errore e la responsabilità della Chiesa

Uno degli aspetti più inquietanti emersi dal rapporto è la mancanza di una cultura dell’errore all’interno della Chiesa. L’avvocato Ulrich Wastl ha sottolineato come questa mancanza rappresenti “l’inizio della fine” per la credibilità ecclesiastica. Un esempio emblematico è il “caso numero 5”, che racconta di un sacerdote che, dopo aver commesso abusi, è stato ripetutamente trasferito senza mai affrontare le conseguenze delle sue azioni. Solo nel 2010 è stato escluso dall’attività pastorale, evidenziando un sistema che ha permesso la perpetuazione degli abusi per decenni.

Le parole del vescovo Muser: un appello al cambiamento

Il vescovo Ivo Muser ha espresso la necessità di una profonda riflessione all’interno della Chiesa, auspicando tre visioni per il futuro. La prima riguarda la consapevolezza che gli abusi sono il risultato di un’anti-cultura sociale, richiedendo un cambiamento verso una cultura dell’attenzione e del rispetto della dignità umana. La seconda visione si concentra sulla gestione del potere all’interno della Chiesa, invitando a un dialogo aperto e onesto su come questo venga esercitato. Infine, Muser ha sottolineato l’importanza di un approccio sistemico nella prevenzione e gestione degli abusi, esortando tutti i membri della Chiesa e della società a mostrare coraggio civico e responsabilità.