L’aborto è un diritto essenziale sancito dalla legge, ma purtroppo continua ad essere negato in molte situazioni in Italia, a causa di un numero elevato di medici obiettori e della mancanza di strutture adeguate.
Le parole pesano e hanno un grande impatto. È inaccettabile stigmatizzare chi conforme alla normativa dello Stato. Esprimiamo il nostro pieno sostegno ai professionisti che attuano la legge 194. Siamo in solidarietà con l’Ordine dei medici di Torino e ci aspettiamo che i membri del governo rispondano in modo da garantire dignità e rispetto per la professione medica. Questo è quanto afferma la segretaria del Partito Democratico, Elly Schlein.
“Siamo dalla parte dell’Ordine dei medici di Torino,” aggiunge la segretaria del Pd.
“Le loro preoccupazioni sono legittime di fronte a commenti che non riflettono il loro impegno professionale nella protezione dei diritti sanciti dalla legge. Siamo certi che i ministri coinvolti agiranno a tutela della dignità dei medici. Non tollereremo la violazione dei diritti delle donne e delle giovani che intendono accedere ai servizi di interruzione volontaria di gravidanza.”
In risposta, i medici torinesi si sono rivolti al governo: “Non siamo sicari.”
L’Ordine dei Medici di Torino ha inviato una comunicazione al ministro della Salute, Orazio Schillaci, e al ministro degli Esteri, Antonio Tajani, chiedendo una netta presa di posizione nei confronti del Vaticano, a seguito delle dichiarazioni di Papa Francesco che ha etichettato i medici che praticano l’interruzione di gravidanza come “sicari.”
I medici e le medico esprimono la loro posizione, sottolineando il rispetto dei diritti garantiti dallo Stato italiano e affermando di non esprimere giudizi sulle scelte individuali riguardanti la salute.
L’Ordine professionale sottolinea come le parole del Papa possano ledere l’immagine della professione medica, e potrebbero essere interpretate come un’interferenza nella validità delle leggi vigenti nel nostro Paese.
La campagna ‘My Voice, My Choice’, guidata da Marco Cappato e sostenuta dal movimento paneuropeo Eumans, si presenta al Parlamento europeo di Bruxelles. Essa si occupa di diverse questioni, tra cui aborto, tassazione sul carbonio, eutanasia e depenalizzazione della cannabis.
La finalità è di trasformare in legge l’iniziativa popolare per garantire un accesso sicuro all’aborto e sei proposte riguardanti intelligenza artificiale, carbon pricing, abolizione dei sussidi per l’allevamento intensivo, diritto all’eutanasia, interruzione di gravidanza e cannabis. Cappato ha messo in evidenza la necessità di una maggiore “sensibilità” da parte delle istituzioni europee per incoraggiare una partecipazione attiva dei cittadini, avvertendo che altrimenti l’Europa rischia di trovarsi in difficoltà.
Per procedere, le sette proposte devono ottenere un milione di firme da almeno sette nazioni dell’Unione Europea: il numero necessario di governi è stato già raggiunto, mentre ora è fondamentale superare il traguardo delle firme per poter presentare le iniziative a Bruxelles.
Secondo Valentina Palmisano, europarlamentare del Movimento 5 Stelle, il diritto di petizione rappresenta uno dei principi fondamentali dell’Unione Europea. Questo diritto permette di avvicinare l’istituzione alle persone, che spesso la percepiscono come distante e disconnessa dalla realtà quotidiana.
La Palmisano ha sottolineato che ogni anno si registrano solo 1.500 petizioni, un numero che meriterebbe di essere aumentato. Durante la presentazione dell’iniziativa, erano presenti anche Pierfrancesco Maran del Partito Democratico e Benedetta Scuderi dei Verdi Europei, che hanno messo in evidenza l’importanza di “sostenere la democrazia diretta” offrendo ai cittadini l’opportunità di prendervi parte, ma anche di potenziare gli strumenti già disponibili.