Uno dei luoghi più belli in assoluto che io abbia mai visitato è sicuramente la celebre Abbazia di Montecassino, posto di importanza straordinaria sotto ogni profilo: storico, religioso, artistico su tutti.
Trattare la storia del più grande Monastero della Cristianità attraverso un mezzo facilmente accessibile ma per sua natura veloce e in continuo divenire come Internet, sarebbe pazzesco; come condensare in pochi o anche molti post le sue vicende ultramillenarie?
Impossibile, e non a caso sull’Abbazia benedettina sono stati versati fiumi d’inchiostro.
Il mio articolo quindi, si propone semplicemente in una duplice, e spero utile, funzione: da una parte vuole essere una sorta di spot pubblicitario nei confronti dei lettori di Historyblog, di cui si propone di solleticare la curiosità invogliandoli a recarsi in uno dei luoghi più suggestivi e carichi di fascino mistico della Provincia di Frosinone e del mondo intero, dall’altra, si rivelerà probabilmente di aiuto agli studenti per i compiti e le ricerche scolastiche, almeno per quanto concerne i cenni storici basilari.
L’Abbazia di Montecassino sorge a 520 metri di altezza sul livello del mare, adagiata sull’ultima propaggine di una catena di balze che giungono ad innalzarsi fino a 1650 metri con il Monte Cairo; essa si staglia dunque con tutta la propria magnificenza sulla cima più alta dei monti che circondano la città di Cassino (FR).
San Benedetto da Norcia giunse in questo luogo intorno al 529 d.C.
e dopo un’attenta osservazione, stabilì che fosse il punto ideale per la costruzione di un nuovo grande centro religioso cristiano.
Il primo aspetto che colpisce nella secolare storia di Montecassino, è rappresentato dalle distruzioni che subì per opera umana o a causa di fenomeni naturali, e di come ogni volta seppe risollevarsi dalle sciagure tornando a splendere più di prima.
Intorno al 581, l’edificio venne raso al suolo dai Longobardi, per essere completamente riedificato all’inizio del secolo VIII dal bresciano Petronace; da quel momento, l’Abbazia conobbe un periodo di enorme splendore finché, giunto l’anno 883, non venne nuovamente distrutto, stavolta dai Saraceni, che lo devastarono e uccisero i monaci che vi dimoravano, fra cui l’abate Bertario, fondatore di Cassino.
I superstiti furono costretti a rifugiarsi a Capua e a Teano, e riuscirono a riprendere appieno la vita sul monte solo a metà del secolo X sotto l’abate Aligerno.
Il centro benedettino visse la sua epoca di massimo splendore nel corso del secolo XI nel periodo del famoso abate Desiderio (che sarebbe poi stato eletto Papa con il nome di Vittore III).
Sotto la guida di Desiderio (1058-1087), l’Abbazia di Montecassino raggiunse l’apogeo della potenza spirituale, e soprattutto politica ed economica della sua pur gloriosa esistenza; per la prima volta, grazie all’abilità di questo astuto e lungimirante personaggio, il raggio d’azione del Monastero uscì dallo stretto ambito dei confini regionali per entrare in quelli nazionali ed europei.
Fu durante il governo di Desiderio che la Terra di San Benedetto visse un’irripetibile era di pace laboriosa e proficua: nelle cellae dipendenti dall’Abbazia, si adoperavano lavoratori e braccianti che, pur dovendo necessariamente rendere parte del raccolto ai monaci per il loro sostentamento, riuscivano ugualmente a vivere in modo piuttosto agiato con la parte restante.
Nel 1349 uno spaventoso terremoto rase ancora una volta al suolo il sacro e vetusto edificio.
Ovviamente neppure di fronte a questa ennesima tragedia ci si arrese e la sua ricostruzione iniziò da subito; rimaneggiamenti, aggiunte e abbellimenti conferirono a Montecassino l’aspetto monumentale e opulento che mantenne intatto fino al 1944, quando, il 15 Febbraio, fu sottoposto allo sciagurato bombardamento che la ridusse a brandelli.
Fu questo uno degli errori più grossolani commessi dalle forze militari durante la Seconda Guerra Mondiale, una pagina nera della storia recente che merita una trattazione a parte.
Il Monastero attualmente visibile è stato ricostruito dalle fondamenta, meno la parte inferiore dell’angolo sud-ovest.