Verona 8 apr. (askanews) – Sono oltre cento le Cantine siciliane presenti alla 57esima edizione del Vinitaly, portavoci di un territorio ricco di biodiversità e naturalmente vocato per il vino. Tra queste anche quelle della Doc Etna, da tempo sotto i riflettori della critica enologica e dei mercati internazionali. “Quest’anno – ha spiegato Francesco Cambria, presidente del Consorzio dei Vini Etna Doc – la partecipazione al Vinitaly sarà una partecipazione molto interessante alla luce di tutti quelli che sono gli sviluppi nel mondo del vino, dall’introduzione dei dazi negli Stati Uniti alla crisi che un po’ sta investendo l’intera Europa, per cui siamo, tutti noi produttori, curiosi di capire come realmente si reagisce in un momento di questi e cosa pensano soprattutto tutti i nostri importatori e distributori mondiali”.
Meno celebre, più piccola di dimensione ma dal notevole potenziale, la Doc Monreale, il cui Consorzio è guidato da Mario Di Lorenzo.
“La Doc Monreale è presente al Vinitaly dove porteremo i nostri vitigni che fanno parte del nuovo Disciplinare del Consorzio, in particolare il Cataratto, il Perricone e il Sirah” ha affermato Di Lorenzo, ricordando che “sono vitigni che rappresentano l’eccellenza del nostro territorio. Il nostro territorio di Monreale è a ridosso della città di Palermo per cui l’abbiamo definito il vigneto della città di Palermo. Oggi la Doc Monreale, le aziende della Doc Monreale – ha continuato il presidente – si sono messe insieme e puntano sempre di più all’enoturismo, a portare turisti che vengono nel territorio direttamente nelle nostre aziende, nei nostri vigneti per far conoscere sempre di più le nostre colline e il nostro territorio ma anche l’abbinamento cibo col vino”.
Non molto distante dal vigneto di Palermo, un’altra importante realtà della Sicilia del vino è Tenute Orestiadi di Gibellina, che nella zona del Trapanese si estende lungo 140 ettari. “Che cosa portiamo al Vinitaly di quest’anno? Portiamo l’idea di far scoprire le grandi bellezze della Sicilia” ha dichiarato Giuseppe Clementi, direttore tecnico dell’azienda, rimarcando che “viviamo in una terra ricca di eterogeneità per condizioni territoriali e per il gran numero di varietà che coltiviamo, quindi riteniamo che con le varietà, anche più antiche, che sono in coltivazione in Sicilia possiamo produrre dei vini assolutamente attuali. L’innovazione parte da avere delle radici molto solide, questo è un po’ il nostro concetto di qualità attuale e di attualità”.