In segno di solidarietà con il personale sanitario vittima di un violento assalto, è stata proclamata una proposta di sciopero. Questo è un episodio legato a una cinquantina di individui, tra amici e parenti di una giovane morta a seguito di un’operazione chirurgica, che hanno aggredito parte del personale medico. Una testimonianza rivelatrice della gravità della situazione viene dalla sorella della defunta: “La mia famiglia ha seminato il terrore peggio di Gomorra”. Tutti i lavoratori della sanità operanti negli ambulatori familiari, nei servizi specialistici e nei reparti ospedalieri della regione, hanno risposto annunciando uno sciopero. La proposta è stata avanzata dalla Federazione dei medici di medicina generale, in solidarietà ai lavoratori della sanità che sono stati attaccati mercoledì sera al Policlinico Riuniti. Medici e infermieri, minacciati dalla furia di coloro che cercavano vendetta, sono stati costretti a rifugiarsi in una sala chirurgica, come mostrato in un video che è rapidamente diventato virale. “Abbiamo temuto per la nostra vita”, ha dichiarato uno dei medici aggrediti dopo un incontro con il sottosegretario Marcello Gemmato. La risposta è stata un’appello di Salvatore Onorati, segretario provinciale della Fimmg, per “sospendere tutte le attività sanitarie per un’ora in tutti gli ambulatori, servizi e reparti”, allo scopo di dimostrare le conseguenze se il personale sanitario dovesse esaurire la pazienza a causa di questi atti continui e ripugnanti di violenza. Nel frattempo, la Procura di Foggia ha avviato due indagini; una sull’attacco ai medici e un’altra sulla morte della ragazza, su cui la famiglia ipotizza mala sanità.
Nel fine settimana, la sorella della giovane defunta ha pubblicato un lungo messaggio su Facebook per esporre le motivazioni della contestazione da parte dei parenti, senza negare l’attacco ma attribuendolo alle, secondo lei, azioni biasimevoli del personale medico dell’ospedale di Foggia. “Hanno condotto una battaglia peggiore di quella di Gomorra, dato che mia sorella è stata assassinata da loro”, ha scritto. “A causa vostra, dobbiamo confrontarci con una condanna a vita. Visto che stanno diffondendo un sacco di bugie che ci fanno sembrare folli, feroci, ci ritroviamo in questa situazione a doverci anche giustificare. Ma lo facciamo solo per fare in modo che tutti conoscano la realtà”.