Londra, 15 apr. (askanews) – Nel suo intervento di apertura alla Conferenza di Londra sul Sudan, il ministro degli Esteri britannico David Lammy ha annunciato 120 milioni di sterline in nuovi aiuti per contribuire a mettere fine alla guerra in Sudan, che dal 15 aprile 2023 vede contrapposti il generale Abdel Fattah al-Burhane, capo dell’esercito del paese dell’Africa nordorientale, e il suo ex vice, Mohamed Hamdane Daglo, capo delle Forze di supporto rapido (RSF), paramilitari.
La Germania stanzierà altri 125 milioni di euro per fornire cibo e medicine, ma anche per “stabilizzare la situazione nei paesi vicini”, la cui capacità di accoglienza dei rifugiati sta “raggiungendo i suoi limiti”, ha affermato la ministra degli Esteri tedesca Annalena Baerbock. Dalla Francia altri 50 milioni di euro, secondo il ministro degli Esteri Jean-Noel Barrot.
Il governo sudanese non è stato invitato a Londra e ha protestato con il Regno Unito, accusandolo di equiparare lo stato sudanese, “stato sovrano e membro delle Nazioni Unite dal 1956”, alla RSF, “una milizia terroristica che commette un genocidio e crimini contro l’umanità”.
“Oggi annuncio un ulteriore sostegno di 120 milioni di sterline. Ma l’ostacolo più grande non è la mancanza di finanziamenti o di contributi alle Nazioni Unite, ma la mancanza di volontà politica”, ha detto Lammy. “Con oltre 4 milioni di rifugiati fuggiti dal Paese e un’instabilità che si estende ben oltre i confini sudanesi, è strategicamente sbagliato dimenticare il Sudan – ha aggiunto – ed è per questo che, come Ministro degli Esteri, mi sono rifiutato di voltare le spalle. Ho sentito il dovere di affrontare a testa alta gli orrori di questa guerra”.