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A Bari si sta svolgendo un’inchiesta riguardo accessi non autorizzati a conti correnti, coinvolgendo anche politici di spicco. Giorgia Meloni ha espresso il suo sarcasmo sulla situazione, commentando su X con un riferimento provocatorio: “Dacci oggi il nostro dossieraggio quotidiano,” accompagnato da un’immagine sua e della sorella Arianna, insieme a un titolo del “Giornale” che parla di questa scoperta.
L’attenzione si è concentrata su un ex dipendente di Intesa Sanpaolo
Il quale avrebbe effettuato oltre 6000 accessi illeciti a conti, inclusi quelli della premier. Come riportato dal quotidiano “Domani,” diverse figure pubbliche sono nel mirino, tra cui Arianna Meloni, che ricopre un ruolo importante all’interno di Fratelli d’Italia, l’ex partner Giambruno, i ministri Santanchè e Crosetto, il presidente del Senato La Russa e anche il procuratore Giovanni Melillo.
Un dettaglio allarmante
È che il funzionario, licenziato a seguito di un’istruttoria disciplinare, si trova in una posizione precaria per aver potenzialmente compromesso dati sensibili riguardanti individui pubblici.
Dopo il licenziamento
È stata avviata un’inchiesta da parte della procura di Bari, che è attualmente in fase di svolgimento. Secondo quanto riportato dal quotidiano, l’ufficio sta indagando sulle ragioni degli accessi non autorizzati, una questione ancora priva di risposta. La quantità di accessi illegittimi sarebbe straordinaria e, diversamente da quanto avvenuto nelle indagini di Perugia riguardanti la fuga di notizie, non si tratterebbe di segnalazioni di operazioni sospette provenienti dalla Uif o dati di inchieste legali, bensì di informazioni molto più personali e sensibili, come i movimenti bancari. Si stimano circa 7mila accessi, eseguiti tra il 21 febbraio 2022 e il 24 aprile 2024, concernenti oltre 3.500 clienti di 679 filiali di Intesa Sanpaolo distribuite in tutto il territorio nazionale. Sembra che siano stati violati anche i conti dei governatori di Puglia e Veneto, Michele Emiliano e Luca Zaia, oltre a quelli del procuratore della Repubblica di Trani, Renato Nitti, e di vari ufficiali dell’Arma e della Guardia di finanza. L’inchiesta è iniziata quasi inaspettatamente, grazie all’osservazione della sicurezza della banca, che ha notato anomalie. Ora, secondo il quotidiano, sarà compito della giustizia e del Garante per la privacy, dove è in corso una denuncia da parte della banca, chiarire le potenziali ripercussioni di quanto avvenuto.