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I ricercatori olandesi hanno osservato che un uomo di 72 anni affetto da Covid-19 ha incubato un nuovo ceppo altamente mutato per 613 giorni.
72enne affetto da Covid per 613 giorni
La scoperta è stata fatta dagli scienziati del Cemm (Centro di medicina sperimentale e molecolare) dell’University Medical Center di Amsterdam. Il paziente era affetto da una malattia del sangue e presentava un sistema immunitario fortemente indebolito. L’uomo è morto a causa della sua patologia. Il caso, che sarà presentato al Congresso Escmid Global di Barcellona la prossima settimana, evidenzia come le infezioni prolungate permettano al virus pandemico di accumulare cambiamenti genetici, generando potenzialmente nuove varianti preoccupanti.
Lo studio
L’analisi dei campioni raccolti ha rivelato che il Covid ha sviluppato una resistenza al Sotrovimab, un trattamento a base di anticorpi, nel giro di poche settimane, come dichiarato dai ricercatori. In seguito ha acquisito oltre 50 mutazioni, tra cui alcune che suggeriscono una maggiore capacità di eludere le difese immunitarie. L’infezione da SARS-CoV-2, durata 20 mesi, è la più lunga che si conosca al momento.
Le conclusioni
“Questo caso sottolinea il rischio di infezioni persistenti da SARS-CoV-2 in individui immunocompromessi” hanno dichiarato gli autori della ricerca, aggiungendo “Sottolineiamo l’importanza di una continua sorveglianza genomica dell’evoluzione della SARS-CoV-2 negli individui immunocompromessi con infezioni persistenti“. Gli scienziati che studiano i dati genomici raccolti da campioni di acque reflue hanno riportato prove di individui nella comunità che diffondono virus fortemente mutati per più di quattro anni.
La ricerca suggerisce che tali infezioni persistenti possano anche causare ai pazienti sintomi di Covid per lungo tempo.