Matteo Belli
Venerdì 13 agosto, nell’area archeologica di Marzabotto, Matteo Belli con Carlo Maver al bandoneon leggerà di Tucidide e Pasolini. Si tratta della serata finale di Infrasuoni, festival di musica e poesia che ha visto numerosi artisti alternarsi tra le rovine della ormai scomparsa città etrusca di Misa.
Segnaliamo la performance di Belli, attore prodigioso e polifonico dalle straordinarie capacità mimiche e vocali. “Lo spettacolo – afferma Matteo Belli – tenta la giustapposizione di due autori di epoche diverse, che presentano nella scrittura un impegno civile di marcata utilità politica, nel senso etimologico di funzione comunitaria, tesa a far riflettere i lettori (contemporanei ma anche successivi) su temi di spiccata attualità, ma di valore altrettanto universale“.
Del greco Tucidide, Belli leggerà Il dialogo di Meli tratto da La Guerra del Peloponneso, mentre di Pasolini leggerà Poesia della tradizione tratto da Trasumanar e organizzar.
“Se ne Il dialogo dei Meli – precisa Belli – l’attenzione è concentrata sul tema della guerra, i versi di Pasolini focalizzano il proprio obiettivo tematico sul richiamo al rischio che corre una società che dimentichi le origini e le radici della propria tradizione“.
E’ questa la grande letteratura protagonista di Infrasuoni, più che un festival, una “proposta di letteratura ad un pubblico estivo ma non non distratto, soprattutto disponibile a riflettere su talune insidie che vive la nostra cultura quotidianamente, nella cosiddetta microstoria delle vicende locali, come in un ambito più generale o addirittura internazionale“
Ad accompagnare Matteo Belli ci sarà Carlo Maver al bandoneon. Si tratta di uno strumento che, come ricorda Belli, “evoca richiami a culture musicali popolari -fondamentali nella poetica di Pasolini- e che, nello stesso tempo, dà fascino ed eleganza al verso pasoliniano e della prosa antica di Tucidide. L’incontro tra la voce attoriale e quella strumentale è quindi finalizzato a far risonare i concetti di un’aura musicale di estrema suggestione e vitalità“.
Luigia Bencivenga