Commemorata anche quest’anno, come sempre accade il giorno 12 del mese di Agosto, quella che è passata alla storia come la strage di S.Anna di Stazzema, l’orribile carneficina compiuta dai soldati tedeschi ai danni della popolazione civile del piccolo centro toscano nel 1944.
In quella tragica mattinata, un gruppo di nazisti guidati dal generale Max Simon e aiutati da collaborazionisti fascisti, circondò il paese e in sole tre ore si rese responsabile di uno degli eccidi più vili e ingiustificabili del XX secolo; furono colpiti soprattutto anziani, donne e bambini, tutti fucilati senza un minimo di compassione e poi oltraggiati, bruciati, infine abbandonati in quella terra devastata dalla furia omicida di uomini senza pietà e senza onore.
Le vittime furono 560, la più piccola fra loro si chiamava Anna e aveva solo 20 giorni: fu trovata ancora viva tra le braccia della madre, ma morì pochi giorni dopo a causa delle gravi ferite riportate.
A S. Anna di Stazzema, in quel giorno di 66 anni fa, si consumò un crimine contro l’umanità che ancora oggi, dopo tanto tempo, non può non suscitare rabbia e sgomento per l’effereratezza che lo contraddistinse e per una barbarie che appare incredibile, oltre che ignobile, agli occhi dell’uomo moderno.