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Operazione Guardia di Finanza, arrestato sindaco Arcireale

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La Guardia di Finanza ha effettuato ben 8 arresti in seguito ad un'indagine su Arcireale e Malvagna. Tra gli arrestati il sindaco Barbagallo

La Guardia di Finanza ha effettuato ben 8 arresti nell’ambito di un’inchiesta che ha colpito i comuni di Arcireale e Malvagna (Messina). Il provvedimento cautelare, emesso dal Gip su richiesta della Procura distrettuale etnea, colpisce anche il primo cittadino di Acireale, il 42enne Roberto Barbagallo eletto con una lista civica e in carica dal 2014. Delle 8 persone messe in manette, 5 sono in carcere, 3 agli arresti domiciliari. Le accuse sono corruzione e turbativa d’asta.

Guardia di Finanza arresti

La Guardia di Finanza di Catania è giunta ad un’importante svolta su un’inchiesta di cui si stava occupando. Sono state messe in manette ben 8 persone. L’accusa è quella di corruzione e turbativa d’asta. Le indagini sono state effettuate tra i comuni di Arcireale e Malvagna (provincia di Messina). Fra i destinatari del provvedimento cautelare (cinque in carcere e tre ai domiciliari) che è stato effettuato dal Gip su domanda della Procura distrettuale etnea, c’è anche un nome pesante. Si tratta del sindaco di Acireale, Roberto Barbagallo, che è stato eletto con una lista civica.

Roberto Barbagallo, di 42 anni di età, si è aggiudicato la carica di sindaco di Acireale nel 2014, a giugno. Appoggiato dalle liste civiche del centrosinistra, era riuscito quasi a doppiare, grazie a 15.573 preferenze, durante il turno di ballottaggio, Michele Di Re, il candidato avversario del centrodestra, che si era fermato a 8.939 preferenze voti.
Roberto Barbagallo è laureato in ingegneria civile presso l’università degli Studi di Catania. Ha una specializzazione in idraulica ed è un libero professionista. Nel corso dell’anno 2009, era stato il primo degli eletti al consiglio comunale di Acireale. Dal punto di vista politico, è ritenuto vicino Nicola D’Agostino, deputato Regionale.

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Corruzione e turbativa d’asta precedente

Anche senza nomi così pesanti, c’è un precedente proprio di poco tempo fa di arresti per corruzione e turbativa d’asta. Il 16 gennaio scorso, i militari del Gruppo della Guardia di Finanza di Monza hanno effettuato un’ordinanza di custodia cautelare in carcere e ai domiciliari, emessa dal Giudice per Indagini Preliminari di Monza, nei confronti di 3 persone. Si trattano di un commercialista monzese, una consulente immobiliare di Desio e un imprenditore di Seregno che opera nel settore della realizzazione e progettazione di interni.

I tre individui sono sotto indagine per aver falsato la procedura fallimentare in corso nel Tribunale brianzolo sul capannone della Panem di Muggiò. In seguito a una segnalazione giunta al Tribunale di Monza, la Procura della Repubblica ha delegato le Fiamme Gialle ad indagare su probabili irregolarità. L’attività di indagine, effettuata dai Finanzieri monzesi, ha messo in luce un collaudato giro affaristico fra il curatore fallimentare e la consulente immobiliare.
La condotta disonesta dei due soci in affari aveva il fine di ottenere la dazione di una somma di denaro stimato dagli stessi indagati in 150 mila euro, che equivale al 10% del valore dell’immobile a base d’asta. Questa cifra era destinata ad essere divisa in parti uguali tra i partecipanti.