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Attilio Fontana si scusa: "un'espressione infelice"

Attilio Fontana

Non si placa la polemica intorno alle parole di Fontana, che torna scusarsi pubblicamente per la sua infelice espressione.

Attilio Fontana, candidato del centro-destra alla presidenza regionale della Lombardia, ha scatenato un vero putiferio con le sue parole. La polemica scatenata dalle sue parole dette durante un’intervista a Radio Padania hanno davvero acceso gli animi. Chiede scusa per aver detto “razza bianca“. Un lapsus linguae, come aveva detto ieri a Fatti e Misfatti, a Tgcom24, facendo un parziale dietro front su quanto detto. Oggi, in conferenza stampa, ha fatto pubblica ammenda, dolendosi di quanto detto, ammettendo di aver usato una espressione infelice. Ha poi spiegato che quel che realmente voleva dire, riguardava il problema dell’immigrazione incontrollata. Problema che può seriamente rischiare di creare gravi problemi futuri al Paese.

Malgrado le scuse, il mondo dei social media (Twitter e Facebook in testa) e il mondo politico italiano, non si placano. Alcuni si chiedono se sia possibile parlare di razza nel 2018. Altri si chiedono se sia davvero il caso che Attilio Fontana, ex-sindaco di Varese, concorra per una carica così importante. Le sue parole hanno gettato un potente cono d’ombra sulla sua persona. Solo il centro-destra fa quadrato intorno al suo candidato, difendendolo e spiegando che si è trattato solo di una imprudenza. Il leader della Lega, Matteo Salvini, ha escluso che il candidato governatore faccia un passo indietro. Dall’Europa si guarda con apprensione al caso.

Attilio Fontana: il caso

La vicenda è nata tutta sui microfoni di Radio Padania, dove il candidato governatore del centro-destra aveva rilasciato un’intervista in diretta. Aveva detto che: “L’Italia ha la necessità di agire in maniera logica e razionale e di non potersi permettere di agire in modo impulsivo accogliendo tutti. Una immigrazione incontrollata, aveva detto Fontana, può essere fatale all’Italia. Bisogna scegliere: scegliere se la razza bianca debba continuare a esistere o essere cancellata“. Parole di cui lui stesso poi si è rammaricato, correggendo il tiro.

Aveva detto trattarsi di un semplice errore qualche ora dopo, errore che gli era venuto in mente ricordando l’articolo 3 della Costituzione, dove pare che esista il termine di razza. Motivo per cui aveva poi chiesto una modifica. Ma Fontana non si è fermato qua. Aveva voluto spiegare meglio il proprio pensiero, in seguito alle polemiche nate dalle sue infelici e pesanti parole. La sua idea è che l’Italia debba più seriamente ri-progettare il sistema dell’accoglienza dei migranti. Progettare e programmare anche il numero di coloro che possono entrare. Rivedere che lavori offrire loro, che assistenza dare, che scuole e servizi offrire. Secondo Fontana, accettarli tutti indiscriminatamente è assolutamente demagogico, e quindi, pericoloso. L’intervento di Fontana a Radio Padania si concluse con un richiamo alla rivolta se il Governo non avesse agito in maniera tale da salvaguardare l’Italia.

La replica di Gori

Giorgio Gori, candidato alla carica di governatore della Lombardia per il Pd, replica alle parole del suo avversario. “C’è chi parla di forconi (riferimento alla rivolta) e di razza bianca. Noi parliamo invece di lavoro, di crescita interna, di formazione e di Europa“. Così Gori replica, concentrandosi più sui contenuti della campagna elettorale che sui proclami e gli slogan. Chiama poi in causa direttamente gli elettori, lanciando su Twitter l’ashtag #FareMeglio, chiedendo un voto che sia libero da isterismi e demagogia. Un richiamo che implica una scelta seria e ben ponderata per chi dovrò guidare nei prossimi anni il cuore economico d’Italia.

A Gori, fanno eco le parole di Matteo Renzi che si dice deluso dalla vicenda di Fontana. Non nasconde che ci si aspettava una campagna elettorale più interessante e appassionata sui contenuti in Lombardia. Di certo non si paventata una polemica sterile e vergognosa come questa scatenata dalle parole di Attilio Fontana.

Un commento dall’Europa

Il presidente della Commissione UE, Frans Timmemans, richiama i colleghi alla difesa dei valori propri dell’Europa, condannando le parole di Fontana. Avrebbe detto: “Siamo tutti uguali, non c’è reale distinzione di razza o di religione. La paura e il pericolo per l’Europa non nasce dai paesi esterni, ma dall’esclusione alienante degli altri.” Dalla demonizzazione dell’altro nasce la vera paura. Paura che nella storia del XX secolo ha generato due guerre mondiali. Ha poi concluso: “Chiunque creda nei diritti umani non può credere nel razzismo“.

La difesa di Salvini

Matteo Salvini, leader della Lega, si è unito al coro di voci del centro-destra in difesa del proprio uomo. Sostiene Attilio Fontana fino in fondo e si schiera in difesa delle sue parole. Per Salvini il pericolo dell’invasione è reale. Ha detto che non è una questione di colore della pelle. Si tratta di una questione di salvaguardia di una millenaria cultura come quella italiana, che in questo momento storico si trova sotto attacco. Il pericolo vero, per Salvini è l’islamizzazione dell’Italia e della cultura; un pericolo che già la Fallaci aveva sostenuto in tempi non sospetti. Un pericolo da sempre sottovaluto in Italia secondo il leader della Lega, che si propone, se sarà al governo di normarne la presenza sul territorio nazionale.